sabato 29 dicembre 2007

Bino Rebellato-Ritratto di un Poeta

Bino Rebellato, Ritratto di un Poeta
Il Gazzettino, 29 dicembre 2007
Cittadella. (M.C.) "Bino Rebellato-Ritratto di un Poeta" è il titolo del film sull'intellettuale cittadellese che dopo la proiezione alla 63. edizione della Mostra del cinema di Venezia e altre visioni, è stato pubblicato in dvd. È è in distribuzione nelle migliori librerie.
Il film-documentario di Alessandro Bettero, prodotto da Amelia Fiorenzato per Vip Mediacom in collaborazione con Rai e Istituto Luce, è un omaggio all'opera del poeta ed editore Albino "Bino" Rebellato (Cittadella, 1914-2004) che è stato, nella seconda metà del Novecento, un protagonista di spicco della cultura e della letteratura italiana. In veste di editore, Rebellato pubblicò, tra gli altri, Piero Chiara, Aldo Palazzeschi, Lalla Romano, Dino Buzzati, Manara Valgimigli, Carlo Betocchi, e le lettere inedite inviate a Marino Moretti dal Premio Nobel Grazia Deledda. La docu-fiction, basata su opere originali dello stesso Rebellato (interpretato dall'attore Beppe Casales), ne delinea un profilo biografico: dagli anni giovanili della formazione a quelli eroici della Resistenza sotto l'occupazione nazista, dall'attività di editore e organizzatore culturale fino a un'indagine sui motivi portanti della sua poesia. La ricostruzione storica, che ha visto l'utilizzo di oltre cento comparse, si alterna a immagini d'archivio e agli interventi di Andrea Zanzotto, Giovanni Raboni, Giorgio Barberi Squarotti, Gianni Conz, Gualtiero De Santi, Otello Fabris, Franco Lanza e Giovanni Lugaresi.

Le riprese sono state effettuate a Cittadella, a Mirano, nell'oasi naturalistica di Maerne, sull'Altopiano di Asiago, a Fratta Polesine, e sulle Dolomiti bellunesi. Chi non trovasse il dvd in libreria, può telefonare allo 049.8889315 oppure contattare info@vipmediacom.com.

giovedì 13 dicembre 2007

LA FARNESINA PER GARIBALDI: UN BILANCIO DEL 2007 IN ATTESA DELLE MANIFESTAZIONI DEL PROSSIMO ANNO

ROMA\ aise\ 13 dicembre 2007 - Nel corso del 2007 il Ministero degli Affari Esteri ha ricordato il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi con un articolato programma di manifestazioni che ne ha ripercorso la vicenda politica, militare e privata.
La realizzazione di un intenso calendario di eventi, destinato a protrarsi nel 2008, è stata possibile grazie alla collaborazione con il Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita dell’eroe italiano e con importanti istituzioni culturali del nostro Paese.
La mostra su "Giuseppe Garibaldi tra storia e mito", inaugurata a Palazzo Pitti dal Presidente della Repubblica il 24 maggio scorso, è stata promossa dal Ministero in collaborazione con il Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi. L’esposizione ha riunito opere di elevato pregio artistico, provenienti dalla Pinacoteca di Brera, dal Museo del Risorgimento di Milano, dalle collezioni di palazzo Pitti e della fondazione Spadolini, nonché cimeli di straordinario interesse.
Una selezione della mostra, realizzata, per la sua presentazione all’estero, dalla Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale della Farnesina, è stata già proposta al pubblico americano, presso gli Istituti Italiani di Cultura di New York, dal 20 settembre al 12 ottobre, e di San Francisco, dal 29 ottobre al 30 dicembre.Inoltre la Direzione Generale per la Promozione Culturale ha affidato a una delle più moderne espressioni delle nostre arti contemporanee, il fumetto, il compito di raccontare la vicenda dell’Eroe dei Due Mondi. L’esposizione "Garibaldi disegnato" ha riunito opere a colori che illustrano dieci episodi salienti della vita dell’Eroe dei due Mondi realizzate da 21 dei più conosciuti artisti del fumetto, da Hugo Pratt a Milo Manara, da Vittorio Giardino, a Ivo Milazzo, a Roberto Perini.
L’esposizione, inaugurata presso la Farnesina il 21 luglio scorso in occasione di "Farnesina Porte Aperte" e integrata dalla produzione di un pregevole volume realizzato con la Direzione generale per gli Italiani all’Estero, è stata successivamente riprodotta presso dodici Istituti Italiani di Cultura.
La collaborazione del Ministero degli Affari Esteri con il Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi e con Rai Educational ha poi consentito la realizzazione di una puntata speciale del programma "La Storia siamo noi" e una speciale programmazione cinematografica è stata curata per Nizza, città natale dell’Eroe, insieme con la Cineteca Nazionale di Roma e la Cineteca di Milano.
Insomma una ricca serie di manifestazioni, 187 eventi in 39 Paesi diversi, è stata curata dalle Rappresentanze diplomatico-consolari e da singoli Istituti Italiani di Cultura, testimoniando l’impegno del Ministero degli Esteri per garantire alle celebrazioni la necessaria rilevanza e l’adeguata visibilità confermando così l’universale influenza del "mito di Garibaldi". (aise)

martedì 11 dicembre 2007

Bonsignore sponsor del «pensatoio» Hera

L' europarlamentare ritorna sulla scena
di Caizzi Ivo

(10 dicembre, 2007) - Corriere Economia
Una polemica pubblica in un party a Bruxelles, organizzato dal vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini, ha fatto riparlare di un personaggio che nella capitale belga da anni manifestava con grande discrezione la sua notevole influenza di finanziere e di eurodeputato dell' Udc. Si tratta di Vito Bonsignore, che finì sui giornali negli anni di Tangentopoli e nell' ambito delle scalate bancarie dei "furbetti del quartierino". La holding belga della famiglia di Bonsignore, la Gefip, è emersa tra gli sponsor di Hera, un nuovo «think tank» italiano fondato da Pia Luisa Bianco, nominata direttore dell' Istituto italiano di cultura di Bruxelles dal governo Berlusconi e poi sostituita dall' esecutivo Prodi. La settimana scorsa Frattini ha ospitato nella sede della Commissione europea un ricevimento per annunciare e lanciare la nuova iniziativa della Bianco. L' ambasciatore d' Italia presso l' Ue, Rocco Cangelosi, ha fatto un discorso parlando di «primo think tank italiano a Bruxelles», come del resto rivendicava il depliant della Hera. Ma è stato bruscamente interrotto da una ascoltatrice, che gli ha ricordato l' esistenza di altri organismi italiani a Bruxelles. In particolare si riferiva al Cipi di Paolo Raffone, che aveva fissato un incontro-stampa lo stesso giorno e se lo era visto oscurato dal contemporaneo evento di Frattini. Cangelosi si è subito corretto con consumata diplomazia. In un clima di percepibile imbarazzo vari presenti, inizialmente interessati più allo champagne che ai futuri studi e ricerche della Bianco, si sono scatenati a scambiarsi le voci sugli appoggi politici a questi due «think tank» italiani. E' trapelato che il Cipi ha ospitato la nascita del «Comitato di Bruxelles per Enrico Letta», promosso dall' eurodeputato ex ds Gianni Pittella per le primarie del Partito democratico. Tra gli sponsor di Hera, oltre alla Banca Di Roma (Unicredit) e Montepaschi, spiccava la Gefip Holding della famiglia di Bonsignore, a cui fanno capo attività finanziarie e imprenditoriali (soprattutto nelle costruzioni). L' eurodeputato Vito, originario di Bronte in Sicilia, 64 anni, partì a 18 anni per Torino, dove fece carriera nel settore autostradale e divenne il principale parlamentare di riferimento in Piemonte dell' allora potente dc Giulio Andreotti. Le vicende di Tangentopoli lo coinvolsero. Una condanna penale lo bloccò. Preferì così concentrarsi a fare affari lontano dai riflettori. Ma non accettò l' oblio politico a vita. Nel 2004 è stato eletto con l' Udc nell' Europarlamento, insieme a vere star di Tangentopoli come l' andreottiano Paolo Cirino Pomicino e il craxiano Gianni De Michelis. Nelle aule di Strasburgo e di Bruxelles non ha ancora attirato grande attenzione. I giornalisti che seguono l' Ue spesso non ne conoscono l' influenza. Molti in Belgio non sanno che la Gefip ha incassato con le scalate finanziare e trattato nelle costruzioni con big come i gruppi Gavio, Ligresti e Caltagirone. Bonsignore, nel suo sito, si è ispirato al «Questionario» dello scrittore Marcel Proust per raccontarsi in una auto-intervista, dove non cita mai il denaro e gli affari, che sembrano una caratteristica dominante nella sua vita. Non ha nascosto comunque il suo passato controverso. E ha indicato, come giorno più triste della sua vita, quello in cui i giudici gli hanno «confermato una condanna ingiusta».

venerdì 7 dicembre 2007

LA PROSSIMA SETTIMANA A FIRENZE LA V CONFERENZA NAZIONALE DEI SITI ITALIANI ISCRITTI NELLA LISTA DEL PATRIMONIO MONDIALE UNESCO

FIRENZE\ aise\ 6 dicembre 2007 - Il 15 e 16 dicembre prossimi si svolgerà a Firenze la V edizione della Conferenza Nazionale dei siti italiani UNESCO a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il Ministro Francesco Rutelli, accogliendo la proposta dell’Amministrazione Comunale di Firenze, ha programmato questo evento in concomitanza con le celebrazioni per il 25° anniversario dell’iscrizione della città di Firenze nella Lista UNESCO. A conclusione della Conferenza, il 17 dicembre si svolgerà infatti una solenne cerimonia promossa dalle Autorità locali.
La Conferenza Nazionale ha l’obiettivo di sviluppare i temi relativi alla tutela, conservazione, valorizzazione e gestione dei siti italiani iscritti nella Lista UNESCO, anche con il contributo degli esperti e dei rappresentanti delle Istituzioni competenti. In quest’ambito, una particolare attenzione verrà dedicata a porre in evidenza e trasparenza i principi e gli orientamenti della Convenzione, le procedure e le linee guida, le strategie di riequilibrio della Lista UNESCO, decise dal Comitato del Patrimonio Mondiale; e gli scenari e le prospettive per le future iscrizioni.
La conferenza sarà ospitata nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. A fare gli onori di casa il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, il Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, quello dell’Associazione Civita,
Antonio Maccanico, e il Ministro Rutelli.
Aprirà i lavori Mounir Bouchenaki, Direttore Generale dell’ICCROM, che modererà la sessione su "L'UNESCO e il Patrimonio Mondiale". Interverrà poi Francesco Bandarin, Direttore del Centro del Patrimonio Mondiale UNESCO, su "Principi ed orientamenti della Convenzione: la sua evoluzione".
Dopo la proiezione del trailer del filmato "La magia dell'Italia: Patrimonio dell'Umanità", Silvano Gori, Assessore alle Attività Produttive e al Turismo del Comune di Firenze del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, interverrà su "I siti italiani Patrimonio dell'Umanità: scenario e prospettive". Questa prima sessione si chiuderà con un tavola rotonda cui parteciperanno Giovanni Puglisi, Presidente Commissione Nazionale Italiana UNESCO, Manuel Roberto Guido, Responsabile Ufficio Lista Patrimonio Mondiale UNESCO, MiBAC, Pasquale Bruno Malara, Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Liguria, MiBAC, Ruggero Martines, Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia, MiBAC, Carla Di Francesco, Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia, MiBAC, ed Ottavio Di Bella, Gruppo di Lavoro UNESCO, MATTM.
Nel pomeriggio i lavori si terranno nella Sala dei Duecento moderati da Danielle Mazzonis, Sottosegretario di Stato per i Beni e le Attività Culturali. Dopo la relazione di Gherardo La Francesca, Direttore Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero degli Esteri su "I paesaggi culturali iscritti nella Lista UNESCO: esperienze internazionali", si terrà un’altra tavola rotonda che metterà a confronto le voci delle Istituzioni dei Paesi Europei. Interverranno Mario Augusto Lolli Ghetti, Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana, MiBAC, Susan Denyer, ICOMOS, Isabelle Longuet, Ministero della Cultura e Comunicazione, Francia, Johann Mürner, Ufficio Federale Svizzero della cultura, Sezione patrimonio culturale e monumenti storici, Enrique Saiz Martí, Direttore Generale del Patrimonio e dei Beni Culturali, Regione Castilla y Leon, Spagna, e Dominique Tremblay, Direttore "Mission Val de Loire", Francia.
La seconda parte del pomeriggio sarà dedicata al tema "La gestione dei siti Patrimonio dell'Umanità: criticità e soluzioni": contribuiranno al dibattito Liliana Pittarello, Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte, MiBAC, Lodovico Folin Calabi, Centro del Patrimonio Mondiale UNESCO,
Esperto internazionale IUCN, Gaetano Sateriale, Presidente Associazione Città Italiane Patrimonio Mondiale UNESCO, Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, MiBAC, Caterina Bon Valsassina, Direttore Istituto Centrale per il Restauro, MiBAC, Pier Luigi Petrillo, Direttore Ufficio Affari Comunitari ed Internazionali,MATTM, e Walter Santagata, Università di Torino, Master UNESCO World Heritage atWork.
Domenica 16 i lavori si terranno nella sala Luca Giordano a Palazzo Medici. Alla presenza di Matteo Renzi, Presidente della Provincia di Firenze, del Sottosegretario Mazzonis, si parlerà di "Conservazione del paesaggio, del territorio e dei centri storici" con Giuseppe Moscato, Rappresentante permanente d’Italia presso l'UNESCO, MAE, Silvana Rizzo, Consigliere Culturale del Ministro, MiBAC, e Monsignor José Manuel Del Rìo Carrasco, Sottosegretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa. Sul tema verrà aperta una tavola rotonda per mettere a confronto la voce dei siti italiani Patrimonio dell'Umanità. Infine, verrà proiettato il filmato "La magia dell'Italia: Patrimonio dell'Umanità". (aise)

martedì 4 dicembre 2007

L’ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIA ALL’IIC DI OSLO IN VERSIONE MUSICALE E CINEMATOGRAFICA


OSLO\ aise\ 4 dicembre 2007 - Si è tenuta questa sera, alle ore 18.30, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Oslo, la proiezione del film "L’Orchestra di Piazza Vittorio" di Agostino Ferrente, già presentato il 27 novembre scorso nella città di Stavanger, che sarà capitale europea della cultura 2008, nel corso della rassegna "Nuovo Cinema Italiano", curata dalla associazione "Made in Italy" di Roma con il contributo del Ministero per i Beni e le attività Culturali e dell’Istituto Italiano di Cultura di Oslo.

La presentazione del film avviene una settimana prima del concerto, che avrà luogo nelle prestigiosa location della Kulturkirke Jacob di Oslo il 12 dicembre, alle ore 19.00, a ridosso della cerimonia della consegna del Premio Nobel per la pace nella capitale norvegese. Il giorno seguente l’Orchestra diretta da Mario Tronco sarà anche a Stoccolma, dove, sempre nella sede del locale Istituto Italiano di Cultura, si terranno alle ore 16.30 la proiezione del film e alle 19.00 il concerto.

"L’Orchestra di Piazza Vittorio", spiega il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Sergio Scapin, "fa da apripista agli eventi che nell’anno 2008 saranno dedicati al tema della diversità culturale in tutta la Norvegia. Il Ministero della Cultura norvegese ha infatti proclamato il 2008 come anno della diversità culturale, nello spirito della Convenzione sulla Protezione e la Promozione della Diversità delle Espressioni Culturali, approvata il 20 ottobre 2005 dalla Conferenza Generale dell’Unesco a Parigi".

Per sottolineare l’importanza attribuita alla presenza dell’Orchestra di Piazza Vittorio ad Oslo, l’assessore del Comune di Roma Silvio Di Francia ha inviato oggi allo stesso Scapin un messaggio nel quale si sottolinea, tra l’altro, l’importanza del complesso musicale, la cui storia "rispecchia la grande apertura di Roma alle culture straniere e il forte senso di accoglienza che caratterizza le politiche culturali di questa città".
"Il Sindaco ed io", aggiunge Di Francia, "siamo davvero lieti che Oslo ospiti questa performance e, confidando nella Sua collaborazione alla realizzazione dell’evento, auguriamo il migliore dei successi". (aise)

I SOLISTI VENETI E IL LORO VIRTUOSISMO MUSICALE IN CONCERTO A COPENAGHEN

COPENAGHEN\ aise\ 4 dicembre 2007 - Si terrà domenica, 9 dicembre, alle ore 17.00, nella splendida sala centrale della Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen, un suggestivo concerto di elevatissima qualità musicale con i Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone.
L’evento, organizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, si preannuncia memorabile, con una delle orchestre italiane più attive e prestigiose in campo mondiale grazie alle 400 incisioni discografiche e agli innumerevoli concerti che ha tenuto sui più importanti palcoscenici del mondo.
A Copenaghen, con un concerto dedicato alla Musica Divina, i Solisti Veneti presenteranno un itinenario musicale dal significato intimamente religioso, espresso però con quella gioia e quella vitalità che sono tipiche del virtuosismo acrobatico di cui da sempre sono campioni incontrastati.
Il programma presenta un caleidoscopico viaggio attraverso opere comprese fra il barocco ed il romantico, a partire dal grande Settecento veneziano di Antonio Vivaldi (1678-1741), con il concerto n.10 in si minore per quattro violini, violoncello e archi e con il concerto in re maggiore RV 93 per mandolino e archi. Seguono musiche di Giuseppe Tartini (1692-1770), Antonino Pasculli (1842-1924), Giovanni Bottesini (1821-1889) ed infine Gioacchino Rossini (1792-1868) con variazioni in bemolle maggiore per clarinetto e archi su temi di "Mosè in Egitto" e "La Donna del Lago".
In apertura, fuori programma, un omaggio alla Ny Carlsberg Glyptotek che ospita il concerto e che fra le sue opere esposte contiene la testa-ritratto dell’imperatrice romana Agrippina: i Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone si esibiranno nella sinfonia di Georg Friederik Haendel dall’Opera "Agrippina".
Con questa serata e con un piccolo rinfresco che verrà offerto al termine del concerto, l’Istituto Italiano di Cultura intende anche introdurre le celebrazioni che avranno luogo nel corso del 2008 per festeggiare il suo 50° anniversario a Copenaghen. (aise)

Lingua italiana: nasce il sito web “insegnoitaliano”

News Italia Press, 4 dicembre 2007
Nel quadro delle iniziative finalizzate a stimolare la domanda di conoscenza della lingua italiana, la Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero Affari Esteri italiano ha avviato, dal 2007, una collaborazione con l’Agenzia nazionale per il sostegno dell’Autonomia scolastica di Firenze per la realizzazione di un’area virtuale che metta a disposizione on line materiale didattico per l’insegnamento dell’italiano all’estero. Da questa collaborazione nasce il sito web “Insegnoitaliano”, un’area virtuale ricca di spunti, proposte e unità didattiche utili al lavoro in classe o da usare come idee da rielaborare a seconda dell’ambiente di riferimento.
Tutto il materiale è scaricabile gratuitamente on line ed è rivolto a tutti i docenti impegnati all’interno delle varie strutture che compongono l’estesa rete culturale scolastica italiana all’estero: le scuole italiane e bilingui, gli Istituti Italiani di Cultura e gli Enti Gestori.
“Insegnoitaliano” vuol essere, si afferma dall'Ufficio del Vice Ministro agli Affari Esteri con delega per gli italiani all'estero, Franco Danieli, "non solo una risorsa per migliorare e valorizzare l’insegnamento dell’italiano all’estero, ma anche un valido supporto per l’attività didattica e un’occasione di formazione e di confronto destinato ad accrescere la professionalità del corpo docente e a migliorare la qualità dell’offerta".

A Zagabria i disegni di Carlo Scarpa

News ITALIA PRESS, 4 dicembre 2007
Zagabria - Mercoledì 5 dicembre 2007 alle ore 19 presso il Museo Croato dell'Architettura dell'Accademia Croata delle Scienze e delle Arti di Zagabria verrà inaugurata la mostra: “I disegni di Carlo Scarpa per la Biennale di Venezia Architettura e Progetti (1948 –1968)”

Promotori del progetto della mostra il Ministero per i beni e le attività culturali – Direzione generale per l'architettura l'arte contemporanea (DARC), il Centro degli archivi di architettura MAXXI (Museo nazionale del XXI secolo) e la Regione Veneto che insieme curano l’Archivio Carlo Scarpa con oltre 31400 documenti, principale testimonianza del lavoro artistico e sperimentale del famoso architetto veneto.
La mostra, che si inaugura mercoledì al Museo Croato dell'Architettura dell'Accademia Croata delle Scienze e delle Arti, è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura di Zagabria e con il supporto della Regione Veneto.
La mostra presenta un ricco e importante frammento dell’opera di Carlo Scarpa (1906 – 1978) – progetti realizzati e non realizzati di padiglioni per mostre, interventi su costruzioni già esistenti e allestimenti espositivi della Biennale di Venezia. Sui dodici pannelli esposti è possibile ammirare: il Padiglione provvisorio - Lido di Venezia (1948), il Padiglione del Libro (1950), il Padiglione Ungherese (1951), il nuovo ingresso e biglietteria della Biennale (1951 – 1952), il Padiglione Italiano (1952 – 1965) e il Padiglione Venezuelano (1953 – 1956).
I progetti e le realizzazioni sono esposti in ordine cronologico e documentati da 36 riproduzioni di disegni originali di Scarpa, corredati da una ricca scelta di fotografie e da un documentario realizzato con il materiale audiovisivo dell’Archivio Carlo Scarpa e della RAI e nel quale l’architetto parla della sua opera.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 3 febbraio 2008.

domenica 2 dicembre 2007

La nuova parlata

di Caudio Antonelli

Il Corriere Italiano (settimanale di Montréal), 5-12-07
Dal “Corriere della Sera” : “I legali di Rudy si contraddicono”. Rudy è il
giovane sospettato di aver ucciso la studentessa inglese, a Perugia. E il
termine “legali” designa chi? Designa i suoi “avvocati” (difensori,
procuratori). Mentre in francese e in inglese il rappresentante legale di un
individuo sospettato di un crimine è “avocat”, “lawyer”, nella penisola, stando
al linguaggio dei mass media, nessuno è più assistito o difeso da un “avvocato”
e nessuno consulta un “avvocato”: si è difesi da un “legale” e si consulta un
“legale”.
Io trovo affascinante questa passione italiana per le parole vaghe e anche
ambigue. Nelle cronache giornalistiche in provenienza dagli ospedali trionfano
“sanitario” e “sanitari”, vocaboli che di per sé identificano non solo i
“professori” del “nosocomio” (altri termini aberranti), ma anche i servizi
igienici. Il che allora può ingenerare confusione, dato che i primari – i
“professori” – quando vengono scelti per meriti politici sono, secondo me,
simili per contenuto ai sanitari smaltati.
Nel paese del “Vadi, dotto’!”, “manovra” ha sostituito definitivamente
“bilancio”. Per designare la legge di bilancio preventivo, oltre che a “manovra”
senza aggettivi si fa ricorso ad un altro termine evanescente: l’aggettivo
“finanziaria” senza sostantivi.
Cosa volete... in Italia, patria della vaghezza semantica, gli addetti ai lavori
prediligono le parole vaghe, alla Leopardi. Oppure, adottando parole inglesi,
pensano di emulare Faulkner e Hemingway...
Con “legale”, termine dopotutto italiano, poteva andar peggio: il ridicolo vezzo
di scimmiottare la parlata inglese avrebbero invece potuto inserire nelle
rotonde bocche degli “Italians” un altro termine americano mal pronunciato e mal
capito. Basta vedere cosa è successo con l’importazione nel vocabolario nostrano
di “boss” e “killer”, parole che hanno annullato la magnifica ricchezza che la
lingua italiana ha sempre avuto nel campo del crimine e dei criminali. Che si
pensi a “assassino”, “omicida”, “sicario”, “mammasantissima”, “capomandamento”,
“picciotto”, “pezzo da novanta”,“capo di tutti capi” e tanti tanti altri,
sostituiti da due sole parolette: “killer” e “boss”.
Ma torniamo ai nostri “legali”. In realtà è possibile, ogni tanto, ritrovare la
parola “avvocato”. Ciò avviene ad ogni morte di papa, anzi di “legale”. Morendo,
il “legale” – spero che mi si perdoni il cinismo – ridiviene “avvocato”. Ne ho
avuto conferma, non molto tempo fa, in occasione del suicidio di uno dei più
celebri avvocati penalisti di Milano, Corso Libero Bovio. Non una sola volta, né
nei necrologi né nei numerosi articoli a lui consacrati, è stato usato il
termine “legale. Sempre, solo “avvocato”. Strano fenomeno anche questo: da morto il “legale” diviene “avvocato”.
Il 30 aprile del 1999 fu adottata dal parlamento italiano una legge sulle
elezioni. Il nome italiano di questa legge? « Election day », quasi il titolo di
uno sceneggiato americano. Da allora, gli italiani, sia filo che antiamericani,
non hanno mai smesso con i loro “days”. Mi limiterò a menzionare il “Family
day”, in risposta alla celebrazione delle unioni omosessuali; lo “Young day”
(sic), voluto da Alfonso Pecoraro-Scanio per rimettere al centro il problema dei
giovani e del precariato; i “Referendum days” dei radicali; il “Maiale day” dei
leghisti contro la costruzione di una moschea. La lista è molto lunga. Ultimo il
“Vaffa... day” di Beppe Grillo contro i politici italiani. E già che ci siamo,
io proporrei un “F... off day” per tutti i ridicoli scimmiottatori – nella
penisola sono legioni – della parlata americana.

sabato 1 dicembre 2007

The truth about the Holodomor through the eyes of Italian diplomats

Letters from Kharkiv
By Yurii SHAPOVAL

Quotidiano "Den" ("The Day"/"Il Giorno"), Tuesday, 20 November 2007

Our newspaper recently published an interview with the Italian academic Andrea Graziosi, which he granted to Marianna Soronevych, editor in chief of Ukrainska hazeta v Italii (The Ukrainian Newspaper in Italy). The interview was held at the Embassy of Ukraine in the Italian Republic after Dr. Graziosi, a professor at the University of Naples Federico II, was awarded the Order of Yaroslav the Wise, 5th Class. This high distinction was conferred on the Italian scholar “for his considerable personal contribution to researching the manmade famines in Ukraine, for urging the international community to recognize the 1932-33 Holodomor as an act of genocide against the Ukrainian people, and his intense civic activities with respect to honoring the memory of the victims of this tragedy,” states the decree issued by the president of Ukraine.

In the following interview, Graziosi opines for the first time that “Stalin did not intend to exterminate all the Ukrainians; he just wanted to kill a few million in order to make the others obey his power.” He also talks about his publications on the Holodomor. “Archival documents, including the dispatches of Italian consuls in Ukraine in the 1930s, were published long ago in the US, Italy, and France. I called them by the same title as the file in which they were kept — Letters from Kharkiv . Now I am writing a history of the Soviet Union from its formation to its collapse, as well as about the 1930s civil war in Ukraine and the Second World War. I hope these works will be published soon,” Graziosi said.

After publishing this interview, we explored the possibility of translating Letters from Kharkiv into Ukrainian. By sheer coincidence we learned that this is already being done. We asked our regular contributor Prof. Yuri Shapoval, who acted as a consultant to the Ukrainian edition of Letters from Kharkiv , to tell us more about Graziosi’s work.

In a few days, the Kharkiv-based Folio Publishers is expected to issue an extremely interesting and important book called Letters from Kharkiv. These letters are in fact reports from Italian diplomats who were posted in the USSR in 1930-34, in which they describe the famine situation. The book is being published through the efforts of the Institute of Italian Culture in Kyiv. This academic institution invited me to take part in this interesting project as a scholarly editor and the author of a brief afterword.

I agreed with pleasure, not in the least because it was Prof. Andrea Graziosi, a colleague and a good friend of mine, who discovered the Italian diplomats’ letters, which he found in 1987 at Italy’s Ministry of Foreign Affairs. “These documents lead one to reckon with one of the 20th-century’s biggest European tragedies,” Prof. Graziosi writes in the foreword to the book. “They radically changed my idea of Soviet history and my overall vision of the last century. This is why their publication in Ukraine fills me with joy.”

What is also important is that these documents were found even earlier by Basilian monks, who handed them over to the US Commission that researched the famine in the mid-1980s. The Italian diplomats’ accounts were attached to the commission’s Report to Congress. So this evidence is of paramount importance for understanding the causes and consequences of the Holodomor. Published in Italy, France, and the US, these documents are finally appearing in print in the very place where these tragic events took place, fortunately long ago.

As Prof. Nicola Franco Balloni, director of the Institute of Italian Culture in Kyiv, rightly states in his foreword to Letters from Kharkiv, the Ukrainian-language edition is the most complete documentary evidence of the 1930s famine in the USSR, gathered by members of Italy’s diplomatic mission. “The evidence of Italian diplomats,” Prof. Balloni emphasizes, “who were forced to work in the difficult conditions of the Stalin and Mussolini regimes, but were able to remain impartial witnesses of these infernal events, was in fact of no use to Il Duce. For certain reasons, he wanted to maintain good relations with the USSR. However, the times of dictators are ending, but documents remain and, aimed at the descendants of the victims of tyranny, they teach them to remember the tragic past for the sake of the future.”

In the early 1930s, Italy had an embassy in Moscow, as well as a well-ramified network of consular agencies, including consulates in Leningrad, Odesa, and Tbilisi, and vice-consulates in Kharkiv, Batumi, and Novorossiisk. It is the reports from the three latter consular offices and the Moscow- based embassy that were included in Letters from Kharkiv. The people who headed the consular agencies in Kharkiv, Batumi, and Novorossiisk were not professional diplomats but former army officers, who had served well during World War One. Most of the documents cited in the book were prepared by Sergio Gradenigo (1886- 1966), who had worked in Ukraine in 1931-34. He headed the Kharkiv vice-consulate (later elevated to a Royal Consulate) and, at the end of his mission, the newly-formed Consulate General in Kyiv, where the capital of Soviet Ukraine moved in 1934, and, later, a consular representation in Italy. After finishing his term in Ukraine, he served as a volunteer in the Tevere Division in the Italian-Ethiopian War of 1935-36. In 1948 Gradenigo immigrated to Argentina, where he taught and wrote until his death.

What were these reports by the Italian diplomats? They contain very specific information as well as reflections — sometimes merciless, sometimes sympathetic — of foreigners, which were by and large correct assessments and analyses of governmental actions and human behavior.

But let me make a general remark before going into greater detail. Ukraine and the Northern Caucasus had been supplying more than half of all the grain produced in the USSR. Speaking of Ukraine, Stalin noted in 1931that “a number of granaries are in a state of devastation and famine.” Yet the Kremlin believed that Ukraine had enormous reserves of grain that the collective farms and independent farmers were allegedly hiding. This is why the government resorted to brutal measures to procure grain. More than 150,000 people died in 1931 alone. In March and April 1932 there were large numbers of starving people in Ukrainian villages, and cities were full of children who had been abandoned by their parents. This was a distress signal that did not, however, stop the authorities. On July 7, 1932, the Central Committee of the All- Union Communist Party (Bolsheviks) passed a resolution on the state grain deliveries. The main idea of the resolution was to fulfill the plan at any cost.

The Stalinist leadership clearly saw two genuine enemies: firstly, the peasants, who were unwilling to work on collective farms and die in the name of industrialization (seeking to avoid the famine caused by meeting the compulsory grain procurement targets, peasants began withdrawing en masse from collective farms); and secondly, the not-so-reliable political-state leadership of Ukraine, which to a certain degree was pursuing a “flexible” line in its dealings with the Kremlin’s demands and tragic local realities. This is why Stalin sent his trusted lieutenants to Ukraine and applied tough sanctions against the peasants, which turned into genocide. In late October 1932, in pursuance of the CC AUCP(b) Politburo resolution of Oct. 22, 1932, an extraordinary commission headed by Viacheslav Molotov, Chairman of the Council of People’s Commissars of the USSR, began to work in Ukraine. As early as Oct. 29 Molotov cabled to Stalin, “We had to severely criticize the Ukrainian organization, especially the party’s Central Committee, for failure to launch full- scale requisitioning.” Sharing Stalin’s mistrust of the local authorities, Molotov also demanded that Moscow officials be sent to the Ukrainian SSR to achieve the desirable effect.

Molotov gave a powerful impetus to the repressions. The Politburo of the CC AUCP(b) resolved on Nov. 5, 1932, to increase coercion in the state grain delivery campaign, in particular to boost the role of law-enforcement bodies. A number of measures were drafted, such as immediate trials of cases connected to the state grain deliveries, the organization of circuit court proceedings and the creation of additional courts in every region, and meting out severe punishments. All cases were to be spotlighted in the national and local press.

“The famine continues to take a heavy toll of human lives on such an enormous scale that it is absolutely unclear how the world can remain indifferent to this catastrophe. Through merciless requisitions (which I have repeatedly reported), the Moscow government allowed not just a famine, for this is not quite the precise word, but the complete absence of any means of existence,” a stunned Gradenigo pointed out in his communication dated May 31, 1933.

A little earlier, in February 1932, Gradenigo sent a piece of bread, the kind that was being consumed in Kharkiv at the time, to Italy’s ambassador Bernardo Attolico in Moscow. In one of his messages to Rome the ambassador wrote about the shortage of bread: “It is difficult to imagine that the quality of the food item, so important to the dietary regime in the USSR, should be so bad, as this little piece of bread shows. The truth...is hidden in the real conditions of the decline into which collectivization has thrown Russian agriculture, which is too patriarchal to endure without disastrous consequences an injection of modernization in the shape of collectivization.”

Peasants were fleeing Ukraine to save themselves from the famine. The authorities blocked their departure, captured them, and sent them back. The report of the Italian consulate in Batumi, dated Jan. 20, 1933, provides a detailed description of the way the authorities pushed out the Ukrainian peasants who were fleeing from the famine to Transcaucasia: “The expellees are herded into customs warehouses, where they wait for a steamship. Those who can pay for the passage are separated from those who cannot. The latter are gathered a few hours before departure and escorted by police to a free market, where they can sell what they have with them in order to raise money for a ticket. The police keep curious onlookers away from them and only let in those who are really going to buy something — a coat, a pair of boots, etc. Clearly, lack of time robs these wretched people of the opportunity to bargain, which is advantageous to buyers. All this occurs in complete orderliness and silence, which does not diminish the sad impression of this scene, which turns a marketplace into something like a slave market for a few hours.”

The organs of repression and punishment vested with the exclusive right to record deaths, block information on the famine, and carry out punitive actions were a mighty force. The diplomats’ letters cite some influential secret police officers describing the tragic situation in quite a realistic way. For example, Gradenigo writes in May 1933, “Comrade Frenkel, a member of the OGPU Collegium, admitted to an acquaintance of ours that about 250 corpses of those who starved to death are picked up on the streets of Kharkiv every night. On my part, I can confirm that I saw trucks carrying 10- 15 corpses past the consulate at midnight. Since there are three large neighborhoods under construction next to the consulate, one of the trucks halted by the fence, and two operatives wielding pitchforks got off to search for corpses. I saw 7 people, i.e., two men, one woman, and four children, being picked up with these pitchforks. Other people woke up and vanished as if they were shadows. One of the operatives doing this job said to me, ‘You don’t have this in your country, do you?’”

Incidentally, when I was writing the commentaries, I kept in mind the aforesaid “Comrade Frenkel,” about whom I will write more in detail some other time. This Mikhail Frenkel (1888-1938) held top administrative positions in the GPU of the Ukrainian SSR and was later the chief billeting official at the Administrative and Economic Directorate of the NKVD of the Ukrainian SSR. In 1924 he had been prosecuted for smuggling, but the case was dismissed. In February 1938 he was arrested and accused of spying for Poland and “wrecking” (creating “poor” living conditions for the highest-ranking NKVD officers). He died on March 8, 1938, as a result of savage beatings that were administered to him in the inner prison of the Directorate of State Security of the NKVD of the Ukrainian SSR.

On March 20, 1933, Italy’s Ambassador Attolico, wrote to Rome: “The impression is that the only strong link, the real backbone of the entire Soviet system, is the GPU, which is usually able to achieve, through its typically fast and violent methods, what even the best propaganda cannot.”

Meanwhile, we find in these diplomatic documents evidence of what communist propaganda was doing. Leone Sircana, the vice- consul in Novorossiisk, reported the following to the Italian Embassy in Moscow on April 8, 1933: “It is like mocking the beastly condition to which millions of people have been reduced to claim that the Soviets have launched the world’s most powerful radio transmitter, which is supposed to overwhelm perhaps all the other voices on the airways and beam to the oppressed peoples of Europe and Asia Moscow’s revelations about ‘the incredible achievements of the Bolshevik miracle’. Or we read that the workers of Novorossiisk are donating one percent of their starvation wages (in paper rubles) to the cause of combating fascist terror, and so on. This typical revolutionary fervor catches your eye in banner slogans, newspaper headlines, the hidebound and mindless phrases of articles and speeches, but it never finds any response. Countering these purely bureaucratic onslaughts on capitalism, fascism, and kulaks and the no less bureaucratic glorification of Bolshevik successes is the huge, patient, callous, and indifferent mass (or herd?) of these hapless people, who listen without hearing and look without seeing and whose mind, now even more stupefied than ever, has only one vision: a small piece of brown bread, underbaked and mixed with the most incredible and most varied ingredients, to which they are still entitled and which they must share with their large family, old and infirm relatives, not to mention those who do not have even this right, or the painful and bitter despair from the fact that Moscow requisitions everything that the earth offers and, as the peasant deceives himself, is supposed to belong to him.”

The famine in Ukraine turned into an instrument not only of terror but also of the “nationalities policy.” This radically distinguished the situation in Ukraine from that in, say, Russia or Kazakhstan, where famine-related losses were also very high. On Dec. 14, 1932, Stalin and Molotov signed a resolution of the CC AUCP(b) and the Council of People’s Commissars of the USSR, which demanded “correct Ukrainization” in Ukraine and other regions densely populated by ethnic Ukrainians. The document also demanded a struggle against Petliurites and other ‘counterrevolutionary” elements, who this time were accused of organizing the famine.

This not only meant the end of the policy of “Ukrainization.” This was the decisive phase of the liquidation of the “Ukraine-centered” potential that was never supposed to revive, and the brutally and carefully organized punishment turned into genocide. “Since famine always begets a revolution (in this case, it would be a counterrevolution),” one of the documents says, “the greatest burden of the famine was placed on the Ukrainian peasants, who were politically the most dangerous and resisted the issue of collectivization as much as they could. No matter what kind of famine he is suffering from, the peasant cannot launch an offensive on the city and become dangerous to the regime, above all, for purely organizational reasons.” The Stalinist regime used the Holodomor and false stories about those who were responsible for it as a concrete pretext for mass-scale repressive campaigns, purges, and the like.

On May 22, 1933, Gradenigo wrote in his regular message to the Italian Embassy in Moscow, “The current disaster will lead to the colonization of Ukraine, mostly by the Russian population. This will change its ethnographic nature. In all probability, we will not have to speak about Ukraine and the Ukrainian people in the very near future and, consequently, there will be no Ukrainian problem because Ukraine will in fact become part of Russia.”

Contrary to this sad forecast, Letters from Kharkiv is being published in independent Ukraine, which remembers its history and — I do believe! — is ready to learn its lessons.

Yurii Shapoval is a professor and Doctor of Sciences (History).

venerdì 30 novembre 2007

"FESTE NATALIZIE: L’ARTE DEI PRESEPI NAPOLETANI" IN MOSTRA A BUDAPEST

BUDAPEST\ aise\ 29 novembre 2007 - Si inaugura questo pomeriggio, alle ore 16.00, presso l’Aula Magna del Museo Nazionale Ungherese a Budapest, la mostra "Feste natalizie: l’arte dei presepi napoletani", organizzata dal Museo stesso insieme alla Provincia di Napoli e all’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.
La mostra sarà inaugurata, alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia, Paolo Guido Spinelli, da Antonella Basilico, assessore ai Beni Culturali della Provincia di Napoli, e Miklòs Mojzer, già direttore del Museo di Belle Arti di Budapest. Parteciperanno inoltre il direttore generale del Museo Nazionale Ungherese, Tibor Kovàcs, la caposezione del Ministero della Pubblica Istruzione e della Cultura, Annamària Vigh, e il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest, Arnaldo Dante Marianacci.
La mostra si propone di presentare la storia delle tradizioni del presepe napoletano, attraverso l’esposizione di piccoli presepi: capolavori artigianali realizzati dai vari maestri d’Arte presepiale e scultori.
L’idea della mostra nasce dalle nove figure presepiali acquistate dal Museo nel 2001, alle quali andranno aggiunte altre statute napoletane prestate dalla Galleria Nazionale Ungherese, dal Museo d’Arte Applicata, nonchè opere d’arte di tematica simile dell’antica pinacoteca del Museo di Belle Arti di Budapest. La collezione dei presepi napoletani del Museo viene inoltre arricchita con altre cinque figure, offerte al Museo dalla Provincia di Napoli e dall’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.
La mostra, che inaugura una tradizione che si ripeterà tutti gli anni presso il prestigioso Museo Nazionale Ungherese, resterà aperta fino al 10 gennaio 2008.
Seguirà alle 19.30 nel Salone dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest un concerto del soprano napoletano Maria De Simone, che eseguirà canzoni napoletane, accompagnata al pianoforte dal Maestro Luca Mennella, organizzato grazie alla collaborazione dell’Azienda speciale AGRIPROMOS della Camera di Commercio di Napoli e dell’Assessorato ai Beni Culturali della Provincia di Napoli, nonchè della Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria. (aise)

NUOVO GRUPPO DI TEATRO AMATORIALE INTITOLATO A EDUARDO DE FILIPPO DEBUTTA A VANCOUVER (CANADA) IN “QUESTI FANTASMI”

VANCOUVER\ aise\ 29 novembre 2007 - Eduardo è tornato dopo oltre un quarto di secolo a colloquiare con un vivace anche se non numerosissimo pubblico di appassionati di teatro italiano in questa città dell'ovest canadese. Erano i primi anni Ottanta quando il gruppo dei Commedianti - tutti giovani e giovanissimi appartenenti alla locale comunità italiana - si cimentó al Metro Theatre di Vancouver in “Questi fantasmi”. Impegno degli attori e risposta degli spettatori furono allora lusinghieri. Tra i protagonisti dell'epoca ricordiamo in particolare Roano Azzi, Cristina Ciccone, Michele Coviello, Saro Sortino. Ci fu qualche altra rappresentazione, ma tutto finí. Non è facile portare avanti un progetto impegnativo com'è quello del teatro amatoriale, estremamente assorbente per quanti vi si coinvolgono. Un decennio fa ci fu un tentativo di rimettere in piedi il gruppo con l'apporto di nuove forze trainanti. E poi di nuovo il silenzio. Tuttavia il fuoco continuava a covare nel cuore di alcuni dei protagonisti della prima ora. Si deve oggi alla determinazione e alla passione di uno di loro, Toni Serge, cui s'è affiancato nel marzo scorso l'amico Vincenzo Celentano, la formazione nella capitale del British Columbia del nuovo gruppo Eduardo De Filippo. Nelle parole dei fondatori, il proposito è quello di presentare alle nostre comunità un ciclo di commedie del teatro italiano. Lo scopo principale è di dare vita ad un gruppo teatrale stabile che possa garantire continuità a rappresentazioni di questo genere, rinforzando i legami culturali in seno alla comunità e coinvolgendo i giovani che desiderano far parte di questo interessante progetto”.
Il ciclo teatrale ha dunque preso avvio lo scorso martedì 27 novembre con il reinterpretato “Questi Fantasmi”, commedia scritta alla fine della seconda guerra mondiale e rappresentata per la prima volta a Roma nel 1946. Nonostante gli oltre sessant'anni di età, il fascino del testo rimane in tutta la sua capacita' di narrazione e suggestione. Ricca di allusioni, di molte gag ma anche di evidenti malinconie (e diciamolo pure di sottile misogenismo: le tre donne raffigurate sono una demente, una moglie infedele e un'isterica, oggetti d'uso e di derisione per i maschi protagonisti) la commedia riesce a catturare l'attenzione dello spettatore per l'intero dipanarsi della vicenda. Uomini e donne in palcoscenico, attori della imprevedibile commedia della vita, finiscono per chiedersi insieme con il pubblico: questi fantasmi ci sono o non ci sono?
Assolutamente meritevoli gli interpreti: Vincenzo Celentano nelle vesti dell'anima in pena Pasquale Loiacono, sposo di Maria, anima perduta impersonata da Maryam Roghani; Toni Serge, l'anima nera del portinaio Raffaele; e poi Francesco Urbani in Alfredo, anima irrequieta amante di Maria Loiacono; Fiona Martinelli in Armida, anima triste moglie di Alfredo; Ciro Cecchi in Gastone, fratello di Armida; e Patrizia Coletta in Carmela, anima dannata sorella di Raffaele. Applausi a scena aperta per la bravissima Fiona (e i due bambini con tic e raffreddore che la affiancavano) oltre che per i brillanti Celentano e Serge. E di nuovo scroscianti applausi al calar del sipario, per l'intera troupe e per il regista Roberto Albertazzi, un veterano del teatro amatoriale italiano a Vancouver, sempre nuovo nella sua generosa disponibilità.
L'evento ha avuto luogo nel rinnovato salone del Centro Culturale Italiano di Vancouver, messo gratuitamente a disposizione. La scenografia è stata curata da Francesca Albertazzi, la produzione da Toni Serge e Vincenzo Celentano. Consulenza artistica di Tony Bruno, consuenza legale di Armando Petronio. Intrattenimento musicale pre-spettacolo offerto da Gianni Fuoco. Molti e generosi i sostenitori e gli sponsorizzatori del progetto, dal Console generale d'Italia Uberto Vanni D'Archirafi alla direttrice dell'Istituto italiano di cultura Alberta Lai, dal presidente del Centro Joe Finamore alla ditta New Way Concrete Forming, e ancora dall'Assocazione Campani nel mondo, Columbus Meat Market, Pizzeria Marcello e Ristorante Osteria Napoli.(anna m. zampieri pan\aise)

giovedì 22 novembre 2007

LINGUA E CULTURA ITALIANA IN SCANDINAVIA: CON LA DANTE ALIGHIERI: AD OSLO L’XI SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO PER DOCENTI

OSLO\ aise\ 21 settembre 2007 - Si è svolto ad Oslo, il 16 ed 17 novembre, presso il locale Istituto Italiano di Cultura, il IX Seminario di aggiornamento per insegnanti d’italiano in Norvegia. I lavori, aperti dal benvenuto del direttore dell’Istituto, Sergio Scapin, e da un saluto partecipato e affettuoso dell’Ambasciatore d’Italia in Norvegia, Rosa Anna Coniglio Papalia, hanno visto la partecipazione di circa cinquanta docenti di italiano provenienti da università e scuole di tutta la Scandinavia e anche da scuole e università dell’Islanda.
Alle due giornate di lavoro hanno preso parte anche i presidenti dei Comitati della Dante Alighieri di Oslo (Norvegia), Göteborg e Ängelholm (Svezia) e Copenhagen (Danimarca).
A guidare il seminario è stato il professor Giuseppe Patota, responsabile scientifico del PLIDA, che ha affrontato vari argomenti di didattica dell’italiano a stranieri e di linguistica italiana: dall’esame dei dubbi che ricorrono più spesso in chi sta imparando l’italiano alla didattica televisiva dell’italiano a stranieri, dall’opportunità di usare il vocabolario monolingue nell’insegnamento dell’italiano a stranieri all’utilizzabilità di alcuni materiali didattici presenti in rete.
Il seminario si è chiuso con una presentazione da parte di Patota della Certificazione PLIDA nell’ambito del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue che ha suscitato – come non ha mancato di sottolineare l’Addetto/Coordinatore linguistico, Marcello Matera – un grande interesse fra tutti i partecipanti. (aise)

ON LINE DUE PORTALI INTERNET SULLA CULTURA E L'INSEGNAMENTO DELLA LINGUA ITALIANA

ROMA\ aise\ 21 novembre 2007 - Negli ultimi giorni hanno debuttato in rete due portali on line a supporto della promozione della cultura italiana e dell’insegnamento della nostra lingua.
Si chiama www.interculturale.it il portale multilingue messo a punto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che in italiano, inglese, francese e spagnolo offre un sistema di accesso integrato alle risorse tradizionali e digitali di biblioteche, archivi ed altre istituzioni culturali italiane per promuovere e valorizzare il nostro patrimonio culturale e turistico.
Allo stesso tempo, il Dipartimento di Italianistica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ha curato il sito www.insegnare-italiano.it dedicato ai docenti e più in generale a quanti sono interessati all’insegnamento dell’italiano a stranieri. I percorsi disponibili sono vari: strutture editoriali, mondo del lavoro, discipline collegate all’insegnamento della lingua, corsi di lingua italiana on-line gratuiti e biblioteche multimediali. (aise)

mercoledì 21 novembre 2007

Roberto Saviano racconta la mafia nell'era della globalizzazione a Stoccolma

News ITALIA PRESS, 19 novembre 2007
Stoccolma- L’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma organizza, per il prossimo 21 novembre, l’incontro con lo scrittore Roberto Saviano

Roberto Saviano è autore dell'acclamato libro Gomorra – Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra, tradotto in svedese da Barbro Andersson, edito dalla casa editrice Brombergs.
Il libro tratta di come la criminalità organizzata controlla la globalizzazione dell’economia.
Saviano discuterà su questo difficile tema con la giornalista Kristina Kappelin.
La discussione avverrà in italiano e svedese.

Roberto Saviano è nato nel 1979 a Napoli. Si è laureato in Filosofia all'Università degli Studi di Napoli "Federico II", dove è stato allievo dello storico meridionalista Francesco Barbagallo. Collabora con quotidiani e periodici, quali La Repubblica, L’Espresso Il Manifesto ed Il Corriere del Mezzogiorno.

Suoi racconti e reportage sono apparsi su Nuovi Argomenti, Lo Straniero, Nazione Indiana, Sud, e si trovano inclusi in diverse antologie fra cui Best Off. Il meglio delle riviste letterarie italiane (Minimum Fax 2005), e Napoli comincia a Scampia (L'Ancora del Mediterraneo 2005). In modo particolare la sua notorietà è dovuta agli interventi su vari blog, come www.NazioneIndiana.com. Saviano fa anche parte del gruppo di ricercatori dell’Osservatorio sulla camorra e l’illegalità. Il suo primo libro, Gomorra (edito da Mondadori), è uscito a maggio del 2006. Si tratta di uno sconvolgente viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra fortemente accusatorio nei confronti delle attività camorristiche, che ha ottenuto da subito un grande successo. Per questo motivo, ha subíto pesanti minacce (confermate da dichiarazioni
di collaboratori di giustizia) e dopo le indagini dei Carabinieri di Napoli, gli è stata conferita una scorta
e lo ha cautelativamente trasferito lontano da Napoli. Roberto Saviano con Gomorra ha vinto: il Premio Viareggio-Repaci Opera Prima, il Premio Giancarlo Siani, il Premio Dedalus, il Premio Lo Straniero, Il Premio Edoardo Kihlgren. News ITALIA PRESS

domenica 18 novembre 2007

Mondovì piange la scomparsa di Giacomo Oreglia

PMNet, periodico multimediale per la provincia di Cuneo, 15 novembre 2007
Con un telegramma inviato all’addetto reggente dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, dott. Raffaele Pentangelo, il sindaco di Mondovì, Stefano Viglione, ha espresso il cordoglio suo personale e dell’intera cittadinanza per la scomparsa del professor Giacomo Oreglia, deceduto a Stoccolma all’età di 83 anni.

«Il sindaco, la Giunta e il Consiglio comunale di Mondovì - si legge nella missiva -unitamente all’intera cittadinanza, piangono la scomparsa dell’illustre concittadino Giacomo Oreglia, uomo di arti e lettere, nonché lucido testimone del nostro tempo».

Nato a Mondovì nel 1924, Oreglia si era trasferito in Svezia nel 1949. Saggista, ideologo, scrittore, poeta, regista teatrale e traduttore, è stato il maggior mediatore di cultura tra l’Italia e la Svezia. Ha infatti introdotto nel Paese scandinavo le liriche dei principali poeti italiani attraverso la casa editrice “Italica”, da lui fondata, che fece conoscere agli svedesi, tra gli altri, le opere di Salvatore Quasimodo ed Eugenio Montale, entrambi poi premiati con il prestigioso Nobel per la Letteratura.

Il professor Oreglia, docente di letteratura italiana all’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, è stato insignito dottore honoris causa dall’Università della capitale svedese ed ha pubblicato decine di volumi: Dalla Commedia dell’Arte alla Poesia Svedese, Commenti sulla Divina Commedia, Tommaso Campanella, La vita e l'opera di Dante Alighieri, Dante Anarca e i suoi sei maestri, Roma brucia.

sabato 17 novembre 2007

Dödsfall Giacomo Oreglia

HD, 17 novembre 2007
Giacomo Oreglia, författare, översättare och bokförläggare, Stockholm, har avlidit i en ålder av 83 år.
Han växte upp i Italien där han doktorerade vid universitetet i Turin 1948 och kom till Sverige året därpå som stipendiat. Giacomo Oreglia var under många år verksam som docent i litteratur- och teaterhistoria vid Italienska Kulturinstitutet och Stockholms universitet. Han utnämndes till hedersdoktor 1974.
Inför 80-årdagen prisades han av Svenska Akademien som ett erkännande för mångåriga insatser som kulturförmedlare mellan Italien och Sverige. På egna bokförlaget "Italica" har Giacomo Oreglia bland annat översatt August Strindberg, Pär Lagerkvist, Tomas Tranströmer och Harry Martinsson till italienska. Han har på svenska utgivit böcker om Dante Alighieri.

venerdì 16 novembre 2007

Video » Un istituto italiano di cultura su Second Life

Roma, 15 nov. 2007 (Adnkronos) - Si è aperta a Roma la IV conferenza dei direttori degli istituti italiani nel mondo. Un'occasione per lanciare nuove strategie di promozione culturale del nostro Paese.
Guarda il video :
http://www.adnkronos.com/IGN/Video/?vid=1.0.1559708988

giovedì 15 novembre 2007

CULTURA: A ROMA I DIRETTORI DEGLI ISTITUTI ITALIANI ALL'ESTERO

Roma, 15 nov. 2007 (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - "La cultura, la politica e l'economia sono fortemente legati ma nessun Paese come l'Italia ha nella cultura il motore della sua economia. Quello che si apre oggi e' un appuntamento periodico per fare il punto sull'efficienza e l'efficacia dei nostri sforzi nella promozione culturale evidenziando il processo di revisione, iniziato da oltre un anno, teso alla valorizzazione del contemporaneo". Lo ha dichiarato Ugo Intini, vice ministro degli Affari Esteri, nel presentare oggi alla Farnesina la IV riunione dei Direttori degli Istituti italiani nel mondo dal titolo ''La cultura e' energia rinnovabile''.

In programma da oggi sino al 17 novembre la riunione sara', dunque, un occasione importante di confronto tra gli otto Direttori, in qualita' di rappresentanti delle varie macroareee geografiche, ed alti esponenti del mondo politico, autorita' del Ministero nonche' qualificati opreratori del mondo della cultura italiana. Un appuntamento nel quale, dunque, si individueranno iniziative concrete nella direzione della promozione del "contemporaneo", sia in termini contenutistici sia metodologici.

Da un lato, infatti, la promozione della cultura italiana nel mondo puntera', senza tralasciare ambiti "classici", su arte moderna e contemporanea, moda, architettura, design testimonianze efficaci dell'ecccellenza del "Made in Italy"; dall'altro l'azione di promozione culturale stessa si avvarra' non solo della rete di Istituti di Cultura Italiani all'estero e delle sedi diplomatico-consolari dislocate in ben 108 Paesi, ma anche delle piu' moderne tecnologie e di "economie di scala", permettendo la circuitazione di grandi eventi culturali in piu' location.

"LA CULTURA È ENERGIA RINNOVABILE": AL VIA ALLA FARNESINA LA IV RIUNIONE DEI DIRETTORI DEGLI ISTITUTI ITALIANI DI CULTURA

ROMA\ aise\ 15 novembre 2007 - "In Italia cultura, politica ed economia vanno di pari passo, ma la cultura viene prima", perché "è il grande traino del nostro Paese". Ne è convinto il vice ministro agli Affari Esteri, Ugo Intini, che, insieme al direttore generale per la Promozione Culturale, Gherardo La Francesca, ha presieduto oggi, alla Farnesina, la conferenza stampa di presentazione della IV riunione dei direttori degli Istituti Italiani di Cultura.
Una conferenza stampa iniziata con un ritardo "di buon auspicio", perché più a lungo del previsto si è protratto questa mattina l’incontro tra i direttori degli IIC e il vice ministro Intini. La riunione, appuntamento ormai periodico del Ministero, è proseguita nel pomeriggio e si protrarrà sino a sabato, 17 novembre, per una tre giorni intensa e costruttiva, hanno sottolineato Intini e La Francesca, volta a fare il punto sulle strategie di promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo.
Che la cultura sia un "asset essenziale" per il nostro Paese e per la politica estera italiana emerge evidente dallo slogan che accompagna quest’anno la riunione: "La cultura è energia rinnovabile". Lo ha ribadito ancora una volta Intini, che ha definito il nostro patrimonio culturale "unica vera fonte di energia rinnovabile, che anziché esaurirsi, moltiplica nel tempo le sue potenzialità". Ma non sempre politica e Istituzioni lo hanno compreso. "L’Italia è come un imprenditore che finora ha sfruttato questa eccezionale risorsa solo per una piccola parte", ha osservato il vice ministro.
La Farnesina invece ha già da tempo avviato un "nuovo corso" e, al termine di questi tre giorni di riunione, sarà stato possibile non solo valutare l’efficacia degli sforzi sin qui messi in atto, ma anche definire un più chiaro "processo di revisione e rilancio" della politica culturale italiana nel mondo.
Negli ultimi due anni, dalle riunioni d’area preparatorie di questa IV riunione, è infatti emersa con chiarezza la domanda di un nuovo modello di promozione culturale, che, senza mai dimenticare la dimensione storica della nostra cultura, quella che Intini ha definito "il nostro di più", metta però l’accento sul contemporaneo: dall’arte al design, dall’architettura allo spettacolo. È quello che chiedono oggi a gran voce i "manager" della nostra promozione culturale all’estero.
Per dare adeguate risposte a tali istanze la Farnesina sa di dover abbandonare un "approccio artigianale" per adottarne uno "imprenditoriale", fatto di priorità e strategie ben definite e concrete, hanno assicurato Intini e La Francesca, entrambi consci di avere a disposizione limitati finanziamenti – 20milioni di euro l’anno per la promozione culturale in tutto il mondo non sono senza dubbio molti – ma anche una rete culturale, fatta di 90 Istituti e 63 Rappresentanze, che non ha eguali ed ha conquistato negli anni un forte radicamento nelle realtà dei Paesi in cui è presente.
Occorre dunque applicare ai nuovi progetti culturali il principio delle "economie di scala", ad esempio con la circuitazione di grandi eventi. Bisogna realizzare "il minor numero di iniziative possibili in un unico Paese, favorendo piuttosto pochi grandi eventi che coprano più sedi", ha spiegato il direttore generale La Francesca, ricordando che tale modalità d’intervento è in atto già da tempo con la circuitazione della Collezione d’Arte Contemporanea della Farnesina che, presentata negli anni scorsi in Asia, sta ora concludendo il proprio tour nei Paesi dell’est Europa e approderà nel 2008 in Sud America.
Il nuovo piano di revisione e rilancio della promozione culturale non potrà non sfruttare le risorse offerte alle tecnologie innovative. Ecco perché si deve puntare a mostre "leggere", che possano essere distribuite in tutto il mondo su un semplice supporto tecnologico, ad esempio un cd, per poi essere stampate localmente. Si realizzeranno così iniziative "forse di minor profilo", ha sottolineato La Francesca, ma con un evidente risparmio ed il non secondario pregio della "simultaneità". Anche in questo caso la Direzione Generale non ha perso tempo e già in occasione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo ha portato, con questa metodologia, la mostra "Il mare di Salgari" in oltre 30 Istituti Italiani di Cultura.
Si pensa infine a sviluppare "pacchetti d’area" in grado di portare la lingua e la cultura italiana anche in aree in cui non sono finora presenti IIC. Seguendo questo principio è stata organizzata la mostra "Italian style: dressing body and daylife", inaugurata lunedì scorso a Doha, in Qatar, dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "La mostra", ha spiegato il direttore La Francesca, "fa parte di un pacchetto di due iniziative che, con costi bassissimi, si irradieranno nella zona del Golfo, laddove non abbiamo Istituti Italiani di Cultura, ma dove la cultura italiana non può non essere presente".
La Farnesina punta anche agli accordi di cooperazione. "Stiamo lavorando ad una serie di intese operative", specie con Rai International, ma anche con la Dante Alighieri, con la quale si prevede la realizzazione di un cd per imparare la lingua italiana da distribuire nelle edicole, e le Università italiane, ha spiegato il vice ministro Intini, che ha poi anunciato la firma ieri di un accordo di collaborazione per la promozione culturale all’estero tra il Ministero dei Beni Culturali, il "produttore di eventi", e il Ministero degli Affari Esteri, "il distributore di eventi".
Lo stesso Ministero per i Beni Culturali ha offerto una versione digitalizzata del Cenacolo di Leonardo da Vinci per l’Istituto Italiano di Culturale virtuale di Second Life. Un’altra scommessa vinta dalla Farnesina, prima Istituzione nel mondo ad investire sulla piattaforma digitale. "Un nostro piccolo primato", ha commentato La Francesca, che ad un "costo irrisorio" registra oggi ottimi risultati con "parecchie decine di migliaia di visitatori", numerose partnership – come quella con la Fondazione New York, che lì ha esposto la mostra "The most beautiful avatar" – e, perché no, anche un corso sperimentale di lingua e cultura italiana. È quello realizzato insieme all’Università per Stranieri di Siena, presente oggi in conferenza stampa proprio attraverso Second Life, in una una sorta di video-conferenza virtuale.
Nella Sala Conferenze Internazionali della Farnesina, accanto al vice ministro Intini e al direttore generale La Francesca, erano presenti oggi, fisicamente però, anche 8 direttori in rappresentanza delle varie macroaree geografiche in cui si divide la rete degli Istituti Italiani di Cultura: Giuliana Dal Piaz di Buenos Aires, per l’America Latina; Gabriella Fortunato di Damasco, per l’Africa e il Medio Oriente; Dante Arnaldo Marianacci di Budapest, per parte dell’Europa dell’Est e della Russia; Maria Mazza di Amburgo, per l’Europa del centro-nord; Elio Traina di Barcellona, per il resto dell’Europa; Ezio Peraro di Sofia, per la penisola balcanica e la Turchia; Paolo Sabatini di Shanghai, per il sud-est asiatico, il Giappone e l’Oceania; e Francesca Valente di Los Angeles, per l’America del Nord.
Proprio la direttrice Valente è intervenuta, in qualità di portavoce di tutti i suoi colleghi, per illustrare caratteristiche, compiti e modalità di azione degli IIC. "Dirigere un Istituto Italiano di Cultura non è un mestiere, ma una vocazione", ha osservato, definendo quale sia il "delicato compito" della nostra "diplomazia culturale". Delicato perché non può essere ridotto unicamente ad un se pur "straordinario strumento di promozione culturale". Gli IIC devono interagire con le Istituzioni locali, coinvolgendo in un processo virtuoso l’intero Sistema Italia presente sul territorio. Ma soprattutto l’opera dei nostri Istituti all’estero è fondamentale per "l’inserimento dei connazionali in loco". Non si può infatti dimenticare che "il pubblico degli IIC consta di tre componenti": quella locale, quella italiana e quella degli oriundi, ossia gli italiani di seconda, terza e anche quarta generazione verso i quali, ha evidenziato la Valente, "svolgiamo una missione particolarmente importante" per "il recupero e la salvaguardia della loro identità storica".
Una visione della missione degli IIC che non poteva non trovare d’accordo l’on. italovenezuelana Mariza Bafile, che, presente alla conferenza stampa, ha anzi auspicato una "svolta" nell’azione della promozione culturale all’estero. "Gli Istituti Italiani di Cultura si facciano promotori in Italia della cultura italo-estera", che rappresenta un "mondo ricco e variegato". Gli IIC potrebbero essere un "luogo d’incontro delle culture che esprimiamo noi italiani all’estero", un luogo, ha concluso, in cui "questo patrimonio potrebbe essere valorizzato e fatto conoscere anche all’Italia".
Chissà che il suggerimento dell’on. Bafile non maturi in questi tre giorni di riunione alla Farnesina, dove i direttori degli IIC incontreranno e si confronteranno con alti esponenti del mondo politico – i presidenti della Commissione Esteri e Cultura della Camera, Umberto Ranieri e Pietro Folena, ma anche diversi rappresentanti del MiBAC – e della Farnesina – dopo il segretario generale Giampiero Massolo e gli stessi Intini e La Francesca, il vice ministro Franco Danieli - e con qualificati esponenti del mondo della cultura italiana, nel campo del cinema, della musica, del teatro, della danza, della promozione della lingua e dei media. (raffaella aronica\aise)

Stoccolma. E' morto Giacomo Oreglia

All’età di 83 anni è deceduto a Stoccolma Giacomo Oreglia, Saggista, ideologo, scrittore, poeta, regista teatrale e traduttore monregalese.

Cuneo, GR6 Notizie
Nato a Mondovì nel 1924, Oreglia si era trasferito in Svezia nel 1949. È stato il maggior mediatore di cultura tra l’Italia e la Svezia. Ha infatti introdotto nel Paese scandinavo le liriche dei principali poeti italiani attraverso la casa editrice “Italica”, da lui fondata, che fece conoscere agli svedesi, tra gli altri, le opere di Salvatore Quasimodo ed Eugenio Montale, entrambi poi premiati con il prestigioso Nobel per la Letteratura. Il professor Oreglia, docente di letteratura italiana all’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, è stato insignito dottore honoris causa dall’Università della capitale svedese ed ha pubblicato decine di volumi: Dalla Commedia dell’Arte alla Poesia Svedese, Commenti sulla Divina Commedia, Tommaso Campanella, La vita e l'opera di Dante Alighieri, Dante Anarca e i suoi sei maestri, Roma brucia.

IV Conferenza dei direttori degli Istituti Italiani di Cultura

La riunione servirà a per fare il punto sull’efficacia delle iniziative intraprese e sulle strategie future. Intini: “Dobbiamo sapere che la cultura italiana è un’energia rinnovabile, ma anche un grande motore per le altre eccellenze dell’Italia”. La Francesca: “Il nostro paese è stato il primo ad aprire su Second Life un Istituto di Cultura virtuale”, Bafile: “Gli Istituti dovrebbero valorizzare e far conoscere all’Italia la cultura italo- estera”

INFORM - N. 213 - 15 novembre 2007
ROMA - “Questo appuntamento ci consente di verificare l’efficacia dei nostri sforzi e di mettere in luce come la Farnesina abbia dato vita ad un nuovo corso e ad una riforma dal basso dell’attività degli Istituti di Cultura. Ci stiamo impegnando per fornire alla rete degli Istituti il giusto prodotto da vendere e da distribuire. Dobbiamo sapere che la cultura italiana è un’energia rinnovabile, ma anche un grande motore per le altre eccellenze della nostra Italia. La cultura, la politica l’economia si tengono strettamente per mano e vanno avanti di pari passo”. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri Ugo Intini nel corso della presentazione alla stampa della quarta Conferenza dei Direttori degli Istituti Italiani di Cultura nel mondo che oggi ha preso il via alla Farnesina con l’incontro fra gli otto direttori, scelti dai loro colleghi in rappresentanza delle macroaree geografiche in cui si suddivide la rete, e il presidente della Commissione Esteri della Camera Umberto Ranieri. I direttori sono inoltre stati ricevuti dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema. Previsto anche un incontro con il vice ministro degli Esteri Franco Danieli. La tre giorni di lavoro, che si concluderà sabato 17 novembre, cercherà di approfondire varie arie tematiche, legate alla promozione culturale, linguistica e informativa (arte antica. moderna e contemporanea, cinema, musica, teatro e danza), e di portare avanti una dettagliata analisi dell’uso delle nuove tecnologie da parte degli Istituti di Cultura.

“Oggi utilizziamo molto di più le nuove tecnologie - ha spiegato Intini dopo aver ricordato che per la promozione culturale sono a disposizione solo 20 milioni di euro - e stiamo lavorando per passare da una fase artigianale, nella produzione dei nostri avvenimenti culturali, ad una fase industriale che, attraverso la creazione di un’economia di scala, consenta innanzitutto di promuovere grandi eventi in grado di essere circuitati fra i nostri Istituti dislocati nei vari paesi. Dobbiamo puntare - ha aggiunto - ad una forte programmazione dal centro e ad un efficace coordinamento della rete, perché adesso ciascuno va per conto proprio. E visto che il made in Italy vive di cultura, anche l’imprenditoria privata dovrebbe fare la sua parte”. Intini ha annunciato la firma, da parte del ministero degli Affari Esteri e del ministero per i Beni Culturali, di un’intesa volta a rafforzare la produzione delle iniziative culturali per l’estero. Fra i progetti in via di realizzazione segnalati dal vice ministro la creazione di corsi d’italiano su Cd da distribuire all’estero insieme ai quotidiani stranieri (al programma collabora la Dante Alighieri) e l’attivazione di un unico sito per tutti gli Istituti di Cultura , denominato “Indire”, che consentirà una panoramica delle attività portate avanti in 108 paesi e conterrà materiale didattico per l’insegnamento della lingua italiana.

Della circuitazione degli eventi ha parlato anche il direttore generale per la Promozione Culturale Gherardo La Francesca che ha sottolineato come al momento questa strategia - la collezione d’arte contemporanea della Farnesina a fine anno partirà per il Sud America - stia risultando vincente. Un’azione culturale, quella del Mae, che si orienta anche verso la realizzazione di mostre leggere, distribuite su Cd e stampate in loco dai vari Istituti di Cultura, che possono essere esposte in contemporanea da più sedi. Sono inoltre in via di realizzazione “pacchetti d’area” che consentano di portare le nostre iniziative culturali in territori, come i paesi del Golfo o l’Asia Centrale, dove non sono presenti gli Istituti Italiani di Cultura. Di estrema importanza anche la distribuzione agli Istituti di materiale televisivo che può essere trasmesso sui canali locali dei vari paesi. “L’Italia è il primo paese al mondo - ha aggiunto La Francesca - che ha aperto un Istituto di Cultura virtuale su Second Life, la comunità tridimensionale presente su Internet. Il servizio offre agli studenti di tutto il mondo la possibilità di ammirare le nostre opere d’arte e di frequentare corsi di lingua interattivi”.

“Gli Istituti italiani di Cultura - ha affermato direttore dell’IIC di Los Angeles Francesca Valente che ha parlato in qualità di portavoce degli otto rappresentanti delle varie aree - concorre con il paese ospitante al processo d’integrazione e all’inserimento dei nostri connazionali nelle società di residenza. Il pubblico dell’Istituto è formato da cittadini del nostro paese che per vari motivi risiedono temporaneamente all’estero, dalla comunità locale del paese ospitante e infine dagli emigrati italiani di seconda, terza e quarta generazione, tuttora consapevoli del retaggio culturale dei loro antenati. Nei confronti di questi ultimi - ha spiegato la Valente - la missione dell’Istituto è particolarmente importante e consiste nel curare, da un lato, la loro integrazione nel contesto locale, e dall’altro il recupero e la salvaguardia della loro identità storica”. La Valente ha ricordato che il direttore dell’Istituto deve pianificare a breve e lungo termine l’azione del suo ufficio, cercare di portare sempre a compimento i progetti intrapresi, documentare meticolosamente la propria attività culturale, promuovere adeguata informazione e fornire occasioni e luoghi d’incontro per le nostre comunità all’estero.

Dopo il saluto del presidente della “Dante Alighieri” Bruno Bottai, che ha dato un giudizio positivo sull’opera di rilancio della promozione culturale intrapresa dal Ministero degli Esteri, la deputata dell’Ulivo Mariza Bafile, eletta nella ripartizione Sud America, ha evidenziato come a volte il lavoro degli Istituti italiani di Cultura sia più rivolto alle comunità locali, piuttosto che alle nostre collettività. Due realtà che invece hanno eguale importanza. “A mio avviso - ha proseguito la Bafile - gli Istituti italiani dovrebbero trasformarsi in un luogo d’incontro delle culture espresse dagli italiani all’estero. Troppo spesso infatti in questi uffici non c’è conoscenza delle eccellenze artistiche culturali che esprimono le nostre comunità. Questo impedisce anche di far arrivare nel nostro Paese l’eco di quanto costruisce positivamente il meticciato fra le culture italiane e quelle locali. Un mondo molto ricco, quello della cultura italo-estera, che invece gli Istituti dovrebbero valorizzare e far conoscere all’Italia”. (Goffredo Morgia - Inform)

martedì 13 novembre 2007

In ricordo di Giacomo Oreglia ...

Giacomo Oreglia


Attualità di Dante: presentato a Copenaghen libro di Giacomo Oreglia

INFORM - N. 224 - 23 novembre 2002
COPENAGHEN . Dante Alighieri, il grande poeta, il padre della lingua italiana, è ancora attuale, oggi, a distanza di 800 anni. Lo motiva Giacomo Oreglia nel suo libro "Dante - Liv, Verk og Samtid" (editore Hjalmarson & Högberg) presentato a Copenaghen nella sede dell'Istituto Italiano di Cultura e alla Dante Alighieri di Aarhus in due conferenze tenute dall'autore rispettivamente il 13 e il 15 novembre in presenza di un pubblico numeroso e appassionato. Un pubblico che nella capitale danese ha visto confluire anche molti soci della Dante Alighieri di Malmö e Lund (Svezia).

Oreglia ha dedicato la sua vita a promuovere la lingua e la cultura italiana in Svezia e in Scandinavia con moltissime iniziative che sono valse ad attribuirgli alcuni prestigiosi riconoscimenti come la Laurea "honoris causa" dell'Università di Stoccolma. Nel 1958 ha fondato e dirige tuttora la casa editrice di cultura Italica che ha pubblicato in svedese, con testo originale a fianco, alcuni dei maggiori autori italiani come Quasimodo, Montale, Saba, Ungaretti, Luzi. Ha tradotto in italiano opere di scrittori svedesi introdotte con articoli e saggi e ha ottenuto il raro consenso di Ingmar Bergman per tradurre alcuni manoscritti dei suoi film, che sono stati trasmessi per radio dalla Rai. Ha curato diverse antologie monografiche sui poeti svedesi, due antologie in svedese dedicate agli scrittori italiani classici e moderni, ha scritto opere su Giordano Bruno e su Tommaso Campanella, un libro sulla Commedia dell'Arte pubblicato recentemente in Svezia da Ordfront Förlag, e poi Dante: il libro già nominato e un poema ideologico-visionario dal titolo "Dante Anarca", che è stato musicato dal compositore Eliasson e trasmesso dalla radio svedese.

Giacomo Oreglia è senza dubbio un profondo conoscitore della cultura italiana e di quella svedese. Ciò nonostante forti dissidi avuti con alcuni settori dello Stato italiano negli anni Ottanta, lo hanno portato ad abbandonare il lavoro all'Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma e gli hanno dato molte amarezze. Tuttavia non ha mai perso la sua vivacità, il suo estro, la sua voglia di studiare, scrivere, comunicare. Perché Oreglia è anche un ottimo comunicatore, un uomo che ama il contatto con il pubblico, che non usa un linguaggio accademico e che sa avvincere gli ascoltatori. Forse nella figura di Dante scorge anche parti di sé quando, parlando al pubblico, sostiene che con la Divina Commedia il Poeta ha sempre destato grandi entusiasmi e grandi furori polemici.

Dante, dice Oreglia, era politicamente "scorretto", un libertario che non aveva rispetto per i potenti al punto da aver messo all'inferno cinque Papi per colpe gravissime, come la pederastia, che fa pensare ancora oggi al caso dei preti negli Stati Uniti. E Dante ha una grande attualità. La sua lingua è particolare, insieme dotta e semplice e il Poeta sa dare risposta a tutte le nostre problematiche, da quelle politiche a quelle religiose, culturali, sessuali. L'invito rivolto a chi lo ascolta è di studiarlo (anzi di portarsi sempre in tasca il "Dantino") perché leggendolo dice Oreglia di trovare ogni volta sempre qualcosa di nuovo. "Nella Divina Commedia troviamo una dinamica tensione, un fluido caleidoscopico, un'opera aperta che il lettore ha il compito di portare avanti nella sua interminabile realizzazione. Dante si proietta sempre nel futuro, fa riflettere sul destino del mondo. Eppure nel corso dei secoli è stato denigrato. Marx lo ha molto apprezzato, ma spesso è stato visto dal potere laico e curiale come un pensatore pericoloso verso le mire espansionistiche, trattato come un eretico da scomunicare. Era un francescano, un pauperista, un intellettuale militante che per i suoi ideali di libertà, di pace, di unità del mondo ha messo a rischio la sua vita. Per questo, afferma Oreglia, ai nostri tempi, di viltà, di mancanza di coraggio nell'esprimere le proprie opinioni, è ancora un modello a cui ispirarsi". (Inform)

Giacomo Oreglia tra Italia e Svezia

Corriere della Sera, 13 novembre 2007
È morto a Stoccolma Giacomo Oreglia, lo scrittore piemontese che per decenni ha promosso la lingua e la cultura italiana in Svezia. Aveva 83 anni. Saggista, poeta, regista e traduttore, Oreglia si era trasferito in Svezia nel 1949.
Attraverso l'attività dell'«Italica», la casa editrice da lui fondata, aveva fatto conoscere agli svedesi le liriche dei maggiori poeti italiani, da Salvatore Quasimodo a Eugenio Montale.

È morto Oreglia, voce dell'Italia in Svezia

Aveva 83 anni, promosse la nostra cultura
Gazzetta del Sud, 13 novembre 2007 - È morto a Stoccolma all'età di 83 anni Giacomo Oreglia, lo scrittore piemontese che per decenni ha promosso la lingua e la cultura italiana in Svezia. Saggista, ideologo, poeta, regista teatrale e traduttore, Oreglia si era trasferito nel Paese scandinavo nel 1949.
In Svezia aveva portato le liriche dei maggiori poeti italiani attraverso l'Italica, la casa editrice da lui fondata, tradotte dall'allora segretario generale permanente della Accademia Reale di Svezia, l'italianista Anders Oesterling.
Le sue opere fecero conoscere agli svedesi Salvatore Quasimodo ed Eugenio Montale, entrambi poi premiati con il Nobel. Ha pubblicato decine di volumi, dalla «Commedia dell'Arte» alla «Poesia Svedese», «Commenti sulla Divina Commedia», «Tommaso Campanella», «La vita e l'opera di Dante Alighieri», «Dante Anarca e i suoi sei maestri» e «Roma brucia».
Oreglia è stato docente di letteratura italiana all'Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma e dottore honoris causa dell'Università della capitale svedese.
Dopo il Nobel a Quasimodo nel 1959, e a Montale nel 1975, Oreglia si era guadagnato la fama di personalità influente presso l'Accademia reale svedese, l'istituzione che assegna il prestigioso premio. Ma che Oreglia godesse comunque di questa stima in Svezia è provato appunto dalla laurea honoris causa ricevuta dall'Università di Stoccolma.

Grave lutto per la cultura italiana in Svezia

Giacomo Oreglia

News ITALIA PRESS, 12 novembre 2007
È deceduto nella scorsa notte (12/11) a Stoccolma all'ètà di 83 anni Giacomo Oreglia Era nato a Mondovì nel 1924 e dal 1949 si era trasferito in Svezia.
Saggista, ideologo, scrittore, poeta, dibattitore, regista teatrale e traduttore, è stato il maggior maediatore di cultura tra l'Italia e la Svezia.
Ha introdotto nel Paese scandinavo le liriche dei maggiori poeti italiani attraverso l'ITALICA, la casa editrice da lui fondata, che fecero conoscere agli svedesi Salvatore Quasimodo e Eugenio Montale, ambedue poi premiati con il prestigioso Nobel. Ha inoltre ha tradotto e pubblicato antologie dei più noti poeti svedesi.
Ha pubblicato decine di volumi, dalla Commedia dell'Arte alla Poesia Svedese, Commenti sulla Divina Commedia, Tommaso Campanella, La vita e l'opera di Dante Alighieri, Dante Anarca e i suoi sei maestri e Roma brucia.
Giacomo Oreglia è stato docente di letteratura italiana all'Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma ed è stato insignito dottore honoris causa dall'Università della capitale svedese. News ITALIA PRESS

domenica 11 novembre 2007

La migliore produzione cinematografica italiana degli ultimi anni arriva in Finlandia

News ITALIA PRESS, 8 novembre 2007
Helsinki - Il 9 novembre prossimo prenderà il via la nona edizione della rassegna Italian Cinema Today presso il Cinema Diana di Helsinki. La manifestazione, molto attesa dal pubblico, intende offrire una vetrina della migliore produzione cinematografica italiana degli ultimi anni. L'edizione 2007 sarà inaugurata con il film “L'aria salata” firmato da Alessandro Angelini, uno degli autori emergenti del cinema italiano, alla presenza di uno dei protagonisti, l'attore Giorgio Colangeli.
Ad esso faranno seguito “Uno su due” di Eugenio Cappuccio, un film che pone un giovane e brillante avvocato di fronte ad una inaspettata malattia che lo costringerà a rivedere le proprie scelte di vita; la commedia dolce-amara “La terra” di Sergio Rubini, con lo stesso regista come protagonista insieme al fedele Fabrizio Bentivoglio ed a Claudia Gerini. Della selezione di sette pellicole fanno parte inoltre “Io e Napoleone” di Paolo Virzì, un ritratto di Napoleone visto attraverso lo sguardo del suo giovane segretario; “Apnea”, un noir di Roberto Dordit, con l'affermato Elio De Capitani e Claudio Santamaria, uno degli attori più acclamati degli ultimi anni; “Le rose del deserto”, ultima prova del grande maestro della commedia all'italiana Mario Monicelli, che narra con vena tragicomica un episodio della guerra coloniale libica, con un prestigioso cast di attori del calibro di Michele Placido, Alessandro Haber e Giorgio Pasotti; e infine “L'orchestra di Piazza Vittorio”, documentazione dell'esperimento di integrazione di musicisti immigrati condotto a Roma da Agostino Ferrante.
La rassegna, che si protrarrà fino al 15 novembre è stata promossa dall'Istituto di Cultura in collaborazione con l'Associazione Made in Italy di Roma, l'Helsinki International Film Festival e l'Ufficio Culturale del Comune di Helsinki.
Dopo la tappa finlandese la rassegna proseguirà per Stavanger (Norvegia) e per Reykjavik (Islanda). News ITALIA PRESS

mercoledì 7 novembre 2007

Nicola Lecca, giovane scrittore italiano, ospite all'Istituto Italiano di Cultura a Francoforte

NewsITALIAPRESS, 6 novembre 2007 - Appuntamenti con la letteratura giovane: Nicola Lecca presenta giovedì 8 novembre, alle ore 19.30, all' Istituto Italiano di Cultura di Francoforte (Senckenberganlage10-12), il suo romanzo "Hotel Borg", Mondatori 2006 (traduzione tedesca "Hotel Borg", C. Bertelsmann Verlag).

L' Autore. Classe 1976, cinque romanzi pubblicati alle spalle e tanti progetti nella valigia. Nicola Lecca, sardo di origine ma senza fissa dimora, è uno scrittore atipico nel panorama della nuova generazione di autori italiani.
Sempre in viaggio per tutta Europa, ha fatto i più disparati lavori, dal lavapiatti al cameriere, fino a quello di executive officers della Royal Festival Hall a Londra. Un inverno approda in Islanda, isola di vento e di ghiaccio, di atmosfere rarefatte e silenzi infiniti. E proprio su quest'
isola ambienta il suo romanzo "Hotel Borg", ( Mondatori, 2006) la cui traduzione in lingua tedesca è appena arrivata nelle librerie curata dalla casa editrice C. Bertelsmann. Per il suo stile intenso, profondo, vibrante capace di comunicare emozioni, la critica lo ha definito "forse l'ultimo scrittore romantico del secolo".

Il libro. Alexander Norberg, grandissimo direttore d'orchestra all'apice della fama, decide di ritirarsi nello stesso preciso momento in cui viene chiamato a dirigere i Berliner. Prima, però, darà un ultimo, memorabile concerto: lo 'Stabat mater' di Pergolesi, in un posto scordato da Dio e dagli uomini, in una chiesetta in Islanda. È per sole cinquanta persone, i cui nomi saranno tirati a sorte tra gli abitanti...
NewsITALIAPRESS

martedì 30 ottobre 2007

L'uso della virgola prima della 'e'

Se lo chiedono gli "Italians"

News ITALIA PRESS, 29 ottobre 2007
Non mi sembra inappropriato, in occasione della Settimana della lingua italiana, trattare un tema un pò particolare: la virgola prima della e.
Un lettore ha rivolto a Beppe Severgnini del forum “Italians” del Corriere della Sera la domanda: “È vero che prima della congiunzione ‘e’ non si deve mai mettere la virgola?”
In risposta, Severgnini spiattella l’oscura spiegazione di stile burocratico dell’Accademia della Crusca: "L'uso della virgola - soprattutto prima della congiunzione e - pare essere vincolato piuttosto dai tipi di testo che si intendono produrre e dai mezzi di comunicazione che si usano per comunicare".
Quindi invita il lettore a seguire la musicalità dei grandi, dall’orecchio molto più fine del nostro: il Leopardi dell’Infinito ad esempio.
Beppe Severgnini, da buon italiano, avalla la sempiterna regola del "suona bene? suona male?" mentre si guarda bene dallo spendere una sola parola sulla necessità che un testo sia chiaro e comprensibile, mediante il ricorso, quando necessario, alla virgola prima della e. Per lui, come per la maggioranza degli italiani, la punteggiatura è una questione di musicalità e di stile.
Insomma, continuiamo a fare come vogliamo: l’importante è che non ci facciamo capire troppo. Nella patria dei furbi e del linguaggio oscuro, il parlare e lo scrivere chiaro sono un’ammissione di scarsa intelligenza.
Ma esistono delle regole sull’uso della virgola? Una fantomatica regola, enunciata da grammatiche antiche, interdirebbe l’uso della virgola prima della “e”. In realtà, se spesso l’omissione o l’inclusione della virgola prima della “e” è una questione di ritmo e di stile, in certe frasi sarebbe doveroso far ricorso a questo segno d’interpunzione allo scopo di facilitare la comprensione del testo. Che si consideri la frase: "I cani randagi si fecero minacciosi verso il padre e i figli e i vicini cercarono d’intervenire". In tal caso occorre mettere una virgola prima di "e i vicini", se sono essi l’unico soggetto di “cercarono d’intervenire”.
Sia nella lingua inglese sia in quella francese, le fonti ad hoc forniscono svariati esempi e spiegazioni sull’uso della virgola prima della “e”. La logica del ricorso o del non ricorso alla virgola prima della e, insistono gli autori di questi testi, è improntata ad un principio fondamentale: occorre rendere il testo il più chiaro possibile evitando le ambiguità di senso.
Nelle grammatiche italiane e così anche nei vari siti web italiani che ho consultato, mancano esempi concreti sull’uso o il non uso della virgola prima della “e”, e soprattutto manca l’enunciazione del principio generale della necessità di redigere un testo chiaro che non si presti ad ambiguità (principio invece molto caro ai linguisti francesi e inglesi). Quale criterio enunciano invece i nostri linguisti? Nella patria degli orecchianti ossessionati dal "suona bene? suona male?" sono la musicalità, l’estro poetico, lo stile a contare. Aldo Gabrielli: "La virgola e tutti gli altri segni di interpunzione hanno una funzione essenzialmente stilistica, e il loro uso non può essere regolato che molto genericamente dalla grammatica. Essi sono come le pause
musicali: mettendo, togliendo, spostando una pausa, la musica cambia". Da parte sua, l’Accademia della Crusca ci offre sul suo sito web un’incredibile pagina di elucubrazioni farraginose e contorte che in sostanza dicono: "Virgola o non virgola purché suoni bene". Non una sola parola da parte dell’Accademia sul dovere che incombe a chi scrive di facilitare la comprensione del testo per chi legge.
Per gli italiani - Accademia della Crusca e Severgnini docent - poche o nessuna regola sulla virgola. Anche nel campo linguistico, insomma, è il solito caos all’italiana. Claudio Antonelli/News ITALIA PRESS

lunedì 22 ottobre 2007

L'italiano ora si studia in 3D su Second Life


Il Messaggero - ROMA (22 ottobre) - Tutti sui banchi per una lezione di lingua italiana. Anzi no, meglio dire tutti in rete perché la grammatica ora si può imparare in aule virtuali, come quelle di Second Life. L'Istituto italiano di Cultura virtuale ha organizzato la seconda lezione sperimentale di italiano, in collaborazione con l'Università per stranieri di Siena.

L'appuntamento è su Second Life, martedì 23 ottobre, a partire dalle 15.30. Lo "slurl" da utilizzare è http://slurl.com/secondlife/Eup/230/150/48, oppure si può effettuare una ricerca all'interno di Second Life con: edit>search>"istituto">teleport". Per un'ora si potranno ascoltare docenti di lingua italiana e i partecipanti potranno intervenire, comunicando tramite la chat-line o in modalità voice, attraverso l'utilizzo di cuffie e microfoni.

Inoltre, agli alunni sarà offerta una seduta d'eccezione: le riproduzioni tridimensionali delle sedie dell'architetto Alessandro Mendini. Grazie alle società Panebarco e Nergal, autrici del sito www.web-3d.it, all'Istituto italiano di Cultura virtuale ci sarà un'anticipazione in 3D delle sedie della mostra “The Italian way of seating” che sarà allestita a Hong Kong in occasione del “Business of design week”, dal 15 novembre al 16 dicembre. L'esposizione, organizzata da Maria Clelia Mazzanti, proseguirà, poi, in Asia per tutto il 2008.

RAI INTERNATIONAL: UN IMPEGNO A TUTTO CAMPO PER LA SETTIMANA DELLA LINGUA ITALIANA

ROMA\ aise\ 22 ottobre 2007 - Prenderà il via oggi, 22 ottobre, in occasione dell’inizio della Settimana della Lingua Italiana nel mondo la nuova striscia televisiva quotidiana di Rai Intemational "Qui si parla italiano" condotta da Gloria De Antoni e Oreste De Fornari con la consulenza in diretta del professor Giuseppe Patota.
La trasmissione proporrà quindici minuti di conversazione quotidiana con un ospite straniero che parla italiano, con cui si discuterà per spiegare meglio l’uso della lingua italiana illustrando le voci del vocabolario. Anche il nuovo contenitori televisivo quotidiano di tre ore "Italia Rai", condotto da Gigliola Cinquetti, parlerà della lingua italiana e del mare ospitando nella prima puntata il regista Folco Quilici del quale Rai International metterà in onda due dei sui tanti documentari ambientato attorno al mare.
Un ruolo particolare lo stanno svolgendo i Programmi Radiofonici di Rai International con "Taccuino Italiano" e "Notturno Italiano", che già dal 12 ottobre seguono la missione nei porti dei Balcani della nave scuola della Guardia di Finanza "Giorgio Cini", sulla quale è stata allestita dal ministero dei Beni Culturali una mostra di libri italiani sul mare. Collegamenti quotidiani sono effettuati con Cecilia Porro e con lo scrittore Mauro Covacic che tiene un diario di bordo anche sulle pagine internet.
Tutta la programmazione del "Taccuino Italiano", a cura di Augusto Milana, è attraversata da programmi sul rapporto tra l'italiano ed il mare: "Musicalia"di Paolo Scamecchia presenta il mare nella musica popolare, mentre Salvatore Palomba parla di quello "presente" nella canzone napoletana e Giorgio Cerasoli del mare nella musica classica. Silvia Jacovitti è andata a trovare i guardiani di alcuni fari italiani, mentre Maria Vittoria Auconi parla del rapporto tra letteratura e mare.
Ed ancora, Loredana Mauri e Alessandra Tocci presentano un radiodramma con racconti e storie di mare. Prezioso porta attraverso la radio alla scoperta dell’archeologia marina, mentre Franco Solfiti presenta le ricette di mare della cucina tradizionale italiana. Infine, alcuni spazi sono realizzati in collaborazione con le radio della Comunità Radiotelevisiva italofona (RTSI-Radio San Marino-Radio Capodistria e Radio Vaticana). (aise)

sabato 20 ottobre 2007

A Stoccarda il jazz italiano di Antonello Salis e Stefano Bollani

News ITALIA PRESS, 19 ottobre 2007
Stoccarda - L'Istituto Italiano di Cultura (IIC) di Stoccarda annuncia per il prossimo 21 ottobre il concerto delle due stelle al firmamento del jazz italiano Antonello Salis e Stefano Bollani Il concerto, affermano dall'IIC, sarà uno dei momenti culminanti delle "Giornate della fisarmonica di Esslingen 2007". Grazie al loro ormai consolidato affiatamento virtuoso, il sardo Salis e il milanese Bollani sanno creare un'atmosfera cameristica intensa e senza pari. Tra brani di libera improvvisazione, citazioni e parafrasi di classici e "evergreens", i due musicisti mantengono l'equilibrio con leggerezza funambolica in una fusione incredibilmente armonica.

giovedì 18 ottobre 2007

NICCOLÒ AMMANITI ALL’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI OSLO PER LA VII SETTIMANA DELLA LINGUA ITALIANA NEL MONDO

OSLO\ aise\ 18 ottobre 2007 - Niccolò Ammaniti sarà ospite dell’Istituto Italiano di Cultura di Oslo, in occasione della VII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.
Martedì prossimo, 23 ottobre, a partire dalle ore 19.00, lo scrittore italiano parteciperà infatti ad un "Incontro con l’autore", a cura di Birgit Owe Svihus, nella sala conferenze dell’Istituto, dove presenterà la traduzione in lingua norvegese del suo ultimo romanzo, "Come Dio comanda", vincitore del Premio Strega 2007.
Il libro è uscito da alcuni giorni in Norvegia con il titolo "Hvis Gud vil" per i tipi della Casa Editrice Hr. Ferdinand, che organizza l’incontro insieme all’Istituto Italiano di Cultura. La traduzione è a cura di Birgit Owe Svihus. È questo il secondo romanzo di Ammaniti ad essere pubblicato in Norvegia, dopo "Io non ho paura" tradotto da Jon Rognlien nel 2004.
Niccolò Ammaniti, romano, classe 1966, esordisce nel 1994 con il romanzo "Branchie". Nel 1995 pubblica il saggio "Nel nome del figlio", scritto con il padre Massimo, e nel 1996 la raccolta di racconti "Fango". Nel 2001 pubblica per Einaudi "Io non ho paura", da cui nel 2003 il regista Gabriele Salvatores ha tratto l’omonimo film. Ammaniti ritorna poi al fumetto, genere che ha contribuito a formare lo stile narrativo dello scrittore. "Fa un pò male" è il libro pubblicato nel 2004 (Einaudi) che contiene tre brevi romanzi a fumetti sullo sfondo di una Roma minore, in una periferia pasoliniana ricca di storie e personaggi grotteschi.
Lo scrittore presenterà il suo libro anche presso la Libreria Tanum Majorstua il 24 ottobre, alle ore 17.00.

Ma la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo ad Oslo si aprirà già lunedì, 22 ottobre, all’insegna del cinema. E sarà proprio il regista Salvatores ad inaugurare, alle ore 18.30 nella sede dell’Istituto, le proiezioni della rassegna "Il mare nel cinema italiano" con la pellicola premio Oscar "Mediterraneo" (1991), interpretata dallo splendido gruppo di Diego Abatantuono, Claudio Bigagli, Claudio Bisio, Giuseppe Cederna e Ugo Conti.
Nella primavera del 1941, una pattuglia di soldati italiani riceve l’ordine di presidiare un’isoletta del mare Egeo, al di fuori delle rotte commerciali. Gli otto militari eseguono l’ordine e occupano l’isola ma nel giro di pochi mesi la guerra si dimenticherà di loro e loro della guerra…
Tra gli altri appuntamenti della Settimana si segnala, inoltre, "Leggiadra Marina. Canti e danze rinascimentali nelle città marinare".
La grande fioritura culturale, artistica e scientifica prodotta nelle corti italiane del Rinascimento influenzò tutta Europa e contribuì in modo determinante alla nascita di una cultura continentale. "L’Italia", scrive Braudel nel suo "Il secondo Rinascimento", "ha irradiato la sua luce dai mille colori tutti splendenti ben al di là dei suoi confini". Le grandi scoperte nel campo dell’astronomia, l’ideale della "vita activa", il concetto dell’uomo come artefice della sua stessa fortuna, determinarono la passione per l’ignoto, per il sogno fantastico. I grandi navigatori, animati dalla sete di sapere, spinti dalla curiosità e dal senso di meraviglia per il nuovo, oltre a conquistare gli oceani e a dare all’Europa un privilegio assoluto, rappresentarono l’ideale di uomo rinascimentale. Il mare fu una fonte di ispirazione nel Rinascimento. Poeti e narratori, musicisti e danzatori, attori e cronisti rinascimentali non potevano esimersi dal cantarlo, sicché è possibile rilevare una grande attenzione per questo tema.
Il concerto-spettacolo in costume e con strumenti d’epoca, che sarà proposto mercoledì, 24 ottobre, alle ore 18.00, presso la Gamle Aker Kirke di Oslo, è il frutto di un rigoroso lavoro di ricerca e mette in scena due mondi: quello popolare, con musici e servitori impegnati nel giocoso allestimento della festa del mare, e quello nobile, con arie, danze proprie del divertimento cortigiano.
L’evento, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Oslo, in collaborazione con gli Istituti di Copenaghen, Helsinki, Stoccolma e Amsterdam, vedrà esibirsi la compagnia La Rossignol, composta dai danzatori Bruna Gondoni, Marco Bendoni, Liliana Baronio, Roberto Quintarelli - pure contraltista - e Lucio Testi - anche alle storte e ai ciaramelli - ed ai musicisti Matteo Pagliari (flauti, traversa, rauschpfeifen), Claudio Demicheli (organo positivo, ghironda, cornamusa, rauschpfeifen) e Domenico Baronio (liuto, chitarrino). (aise)