mercoledì 30 maggio 2007

Furto alla mostra veneziana della Callas in Grecia: rubato l'abito immortalato da Castelli nel quadro bruciato con la Fenice

ATENE
di Riccardo Petito

Il Gazzettino, Venezia 30 maggio 2007
«Chi ha compiuto il gesto doveva a mio avviso essere un conoscitore raro della vita della Divina. Infatti, ci sono abiti ben più preziosi all'interno della mostra, di stilisti più noti, come Cristian Dior, e Ives Saint Laurent, ma la scelta è caduta non a caso proprio su questo». Il regista veneziano Bruno Tosi, organizzatore della mostra itinerante dedicata a Maria Callas, commenta così la brutta sorpresa avvenuta lunedì, nel giorno di chiusura della tappa di Atene all'Istituto italiano di cultura, della esposizione di storici cimeli accolta con successo nella patria natale della soprano, patrocinata dal ministero greco per la cultura.

Un giovanotto di trent'anni circa infatti, si è avvicinato in orario serale all'abito bianco di seta, con decorazioni floreali rosse, che la stilista Biki aveva appositamente creato per la Callas nel 1957 e, dopo averlo strappato piano con un piccolo bisturi o una forbicina dalla cornice su cui poggiava, è fuggito rapidamente, eludendo il servizio di sorveglianza. La scena è fortunatamente stata ripresa dalle telecamere, grazie alle quali si è potuta ricostruire la dinamica del furto, avviando le indagini anche su eventuali impronte digitali.

Prosegue Tosi: «È un abito dal valore simbolico straordinario. Non solo è stato indossato dalla Callas alla Mostra del Cinema di Venezia per la serata di gala per Luchino Visconti, ma anche per il ritorno in Grecia dopo anni di suo volontario esilio all'estero. Infine, è stato immortalato dal pittore Silvano Caselli nel ritratto, l'unico per la quale avesse mai posato, esposto al Teatro La Fenice ma che andò distrutto durante il tragico incendio».

Il pittore, tuttavia, l'ha in seguito ridipinto con le fiamme alle spalle della divina. Come sia giunto a Tosi è presto detto: "La Callas lo donò generosamente alla sua governante, Elena Pozzan, che doveva recarsi ad un matrimonio e necessitava di un abito adatto all'occasione. Per la diversità di figura, lo adattò a sé. Quando lo acquisii dalla stessa Pozzan, grazie ad uno stilista, lo feci riportare alle originali fattezze».

Tosi conclude: «Quello di cui sono convinto è proprio la scelta non casuale del furto, l'autore ha compiuto il gesto per un maniacale amore verso la figura della Callas. È vero che l'amore va sempre perdonato, lo invito però a riconsegnare l'abito, affinché possa continuare il suo viaggio attorno al mondo».

La prossima tappa prevista è sempre in Grecia, a Salonicco, dal 6 giugno, in attesa di giungere negli spazi di Ca' Vendramin Calergi, sede del Casinò di Venezia.

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