martedì 4 settembre 2007

Occhi aperti sugli IIC all'estero

ISTITUTI ITALIANI DI CULTURA ALL’ESTERO: NE STANNO SUCCEDENDO DI TUTTI I COLORI. MA A QUALE SCOPO?
di Antonio Zulian

Italia chiama Italia, 4 settembre 2007
Ho approfittato di questo periodo di vacanze per ficcare un po’ il naso sugli strani movimenti che avvengono all’interno degli Istituti Italiani di Cultura all’estero (IIC), movimenti che, naturalmente, vengono decisi dalla Direzione Generale delle Culturali in quel Ministero degli Esteri che, oggi come non mai, si dà tanto da fare per allontanare certi Direttori dagli IIC per sostituirli con altri di proprio gradimento. Così, su due piedi, e senza per nulla badare ai tempi legittimi di permanenza di questi Direttori o al loro operato concreto.

E’ certo altresì che di questi tempi sia di moda, presso la citata Direzione Generale, dare ascolto più alla voce di qualche impiegatello furbetto e magari bene ammanigliato, che al Direttore stesso. Voglio dire che, semplicemente, basta che egli faccia sapere a “chi di dovere” che il suo Direttore non gli va a genio, per fargli fare presto fagotto. Ma dove siamo arrivati?
E’ ormai noto il caso dell’attuale Direttrice dell’IIC di Zurigo, in allontanamento per decreto del Ministro degli Esteri D’Alema; in verità, per espresso volere del signor Giangi Cretti e del Senatore Micheloni, “illustri rappresentanti del mondo dell’emigrazione locale”. Pazzesco! Come se il destino di tutti gl’italiani della Svizzera dipendesse dal volere e dagli umori di quei due.
Ma i capi d’accusa che riguarderebbero l’attuale (e speriamo ancora per molto tempo) Direttrice , quali sono, in che consistono? I capi d’accusa sono gli stessi per i quali la sentenza arbitrale del 7-04-2007 ha dato alla Direttice in questione piena ragione e assoluzione. E guarda caso, l’accusa era partita da una sua impiegata.

Ma D’Alema, naturalmente, e con lui anche la parrocchietta di umili segugi, ha fatto orecchie di mercante, cioè, se n’è strafottuto. Ci preoccupano inoltre anche altri casi simili avvenuti di recente, che non possono non suscitarci dei sospetti particolari, e del tutto degni dell’operato di questo governo incapace, pappone e maldestro. Pressioni incredibili, rimozioni forzate e di dubbia legittimità si susseguono. Volete degli esempi illuminanti? Eccoli: Il Dr. Angelo Carrere, Direttore dell’IIC di Tripoli, è stato spinto alle dimissioni anticipate dalle accuse, non provate, del suo personale e dell’Ambasciata. Poi c’è il caso della Dr.ssa Luciana Rocca, Direttrice dell’IIC di Praga, la quale lotta da oltre un anno -sotto la protezione della polizia ceca – per allontanare un contabile riconosciuto colpevole di sottrazione di fondi ai danni dello Stato Italiano, e poi incarcerato dalla locale polizia su denuncia della sola Direttrice. Per inciso, la signora Rocca è stata abbandonata dalla nostra Amministrazione Esteri, che anzi – attraverso l’Ispettorato Generale del Ministero – aveva colmato di lodi il contabile, reo di quanto sopra.

E non è finita. Analogo, e altrettanto recente, il caso del Direttore dell’IIC di Atene, Dr. Angelo Molisani, “perseguitato” dall’Ambasciatore in Atene per i primi cinque anni del suo mandato, e che si vedeva perciò negare il suo trasferimento in altra sede. Solo una successiva sentenza con procedura d’urgenza, a lui favorevole, permetteva al Direttore medesimo di essere finalmente trasferito ad altro Istituto, quello di Varsavia.

Ma altrettanto singolari, e gravissimi, risultano i silenzi amministrativi nei confronti degli Addetti e impiegati degli istituti, autori di dichiarazioni infamanti contro i loro Direttori e mai perseguiti, benché in sede giudiziaria riconosciute prive di fondamento.

Certo, non escludo che nel corpo di questa categoria di Direttori ci siano anche gli ideologizzati (tanti, purtroppo), i fannulloni e gl’incapaci, o gl’imbroglioni. Io stesso ne ho conosciuti un paio, e io stesso sono finito in tribunale col risultato di averne fatto cacciare via uno tra i più negletti. Non ignoro che in giro vi siano le pecore nere, ma tra tanta disponibilità di Direttori, suona strano, assai strano che di questi tempi così decisivi per le sorti di questo governo, si colpisca proprio chi a certe pressioni non cede, e tutti coloro che non intendono affatto che il loro Istituto di Cultura si possa trasformare in un qualcos’altro di non pertinente, e dove operazioni di ogni tipo diventerebbero possibili. Forse che non si è parlato, a proposito di voto all’estero, di “voto informatico” ?

Ecco, noi crediamo che questo tipo di Istituto si presti benissimo a quel tipo di voto. Specialmente se i loro Direttori, d’accordo con i propri impiegati, vi si barricheranno dentro al momento opportuno per verificare, diciamo, se i collegamenti telematici con le vari anagrafi d’Italia, hanno dato i frutti sperati. Spetta quindi alla politica riprendersi i parametri di valutazione dell’operato dei suoi singoli funzionari, ad essa il compito di stabilirne l’onestà e l’efficacia. Il tutto nel rispetto di quelle stesse leggi che nel corso degli anni la politica medesima ha promosso e votato. Non spetta di certo solo a D’Alema e compagnia strusciante, questo compito morale e civile che ci riguarda tutti, nessuno escluso. Perciò occhio a quanto succede negli IIC all’estero. La battaglia è appena cominciata.

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