domenica 2 dicembre 2007

La nuova parlata

di Caudio Antonelli

Il Corriere Italiano (settimanale di Montréal), 5-12-07
Dal “Corriere della Sera” : “I legali di Rudy si contraddicono”. Rudy è il
giovane sospettato di aver ucciso la studentessa inglese, a Perugia. E il
termine “legali” designa chi? Designa i suoi “avvocati” (difensori,
procuratori). Mentre in francese e in inglese il rappresentante legale di un
individuo sospettato di un crimine è “avocat”, “lawyer”, nella penisola, stando
al linguaggio dei mass media, nessuno è più assistito o difeso da un “avvocato”
e nessuno consulta un “avvocato”: si è difesi da un “legale” e si consulta un
“legale”.
Io trovo affascinante questa passione italiana per le parole vaghe e anche
ambigue. Nelle cronache giornalistiche in provenienza dagli ospedali trionfano
“sanitario” e “sanitari”, vocaboli che di per sé identificano non solo i
“professori” del “nosocomio” (altri termini aberranti), ma anche i servizi
igienici. Il che allora può ingenerare confusione, dato che i primari – i
“professori” – quando vengono scelti per meriti politici sono, secondo me,
simili per contenuto ai sanitari smaltati.
Nel paese del “Vadi, dotto’!”, “manovra” ha sostituito definitivamente
“bilancio”. Per designare la legge di bilancio preventivo, oltre che a “manovra”
senza aggettivi si fa ricorso ad un altro termine evanescente: l’aggettivo
“finanziaria” senza sostantivi.
Cosa volete... in Italia, patria della vaghezza semantica, gli addetti ai lavori
prediligono le parole vaghe, alla Leopardi. Oppure, adottando parole inglesi,
pensano di emulare Faulkner e Hemingway...
Con “legale”, termine dopotutto italiano, poteva andar peggio: il ridicolo vezzo
di scimmiottare la parlata inglese avrebbero invece potuto inserire nelle
rotonde bocche degli “Italians” un altro termine americano mal pronunciato e mal
capito. Basta vedere cosa è successo con l’importazione nel vocabolario nostrano
di “boss” e “killer”, parole che hanno annullato la magnifica ricchezza che la
lingua italiana ha sempre avuto nel campo del crimine e dei criminali. Che si
pensi a “assassino”, “omicida”, “sicario”, “mammasantissima”, “capomandamento”,
“picciotto”, “pezzo da novanta”,“capo di tutti capi” e tanti tanti altri,
sostituiti da due sole parolette: “killer” e “boss”.
Ma torniamo ai nostri “legali”. In realtà è possibile, ogni tanto, ritrovare la
parola “avvocato”. Ciò avviene ad ogni morte di papa, anzi di “legale”. Morendo,
il “legale” – spero che mi si perdoni il cinismo – ridiviene “avvocato”. Ne ho
avuto conferma, non molto tempo fa, in occasione del suicidio di uno dei più
celebri avvocati penalisti di Milano, Corso Libero Bovio. Non una sola volta, né
nei necrologi né nei numerosi articoli a lui consacrati, è stato usato il
termine “legale. Sempre, solo “avvocato”. Strano fenomeno anche questo: da morto il “legale” diviene “avvocato”.
Il 30 aprile del 1999 fu adottata dal parlamento italiano una legge sulle
elezioni. Il nome italiano di questa legge? « Election day », quasi il titolo di
uno sceneggiato americano. Da allora, gli italiani, sia filo che antiamericani,
non hanno mai smesso con i loro “days”. Mi limiterò a menzionare il “Family
day”, in risposta alla celebrazione delle unioni omosessuali; lo “Young day”
(sic), voluto da Alfonso Pecoraro-Scanio per rimettere al centro il problema dei
giovani e del precariato; i “Referendum days” dei radicali; il “Maiale day” dei
leghisti contro la costruzione di una moschea. La lista è molto lunga. Ultimo il
“Vaffa... day” di Beppe Grillo contro i politici italiani. E già che ci siamo,
io proporrei un “F... off day” per tutti i ridicoli scimmiottatori – nella
penisola sono legioni – della parlata americana.

Nessun commento: