lunedì 14 luglio 2008

Lettera di Berlusconi ai ministri «L’italiano all’Ue. O andatevene».

Tolleranza zero. Contro il trilinguismo (inglese, francesee tedesco) della Commissione

Il premier. Difendete la nostra lingua a tutte le riunioni.

Roma sottolinea di agire in accordo con la Spagna del socialista Zapatero: un presupposto per l’appoggio del centrosinistra italiano.
Dal nostro inviato Ivo Caizzi

Corriere della Sera, 13 luglio 2008
BRUXELLES Il premier Silvio Berlusconi lancia la « battaglia a difesa dell'italiano » nell'Unione Europea chiedendo ai suoi ministri di attuar una linea da tolleranza zero davanti al mancato rispetto di principio europeista della pari dignità di tutte le lingue ufficiali. Berlusconi l'ha annunciato con una lettera in cui sollecita «comportamenti omogenei e rigorosi da parte di tutti» per contrastare principalmente la tendenza della Commissione europea a privilegiare il trilinguismo (inglese, francese e tedesco). Il premier sottolinea che l'Italia sta sviluppando questa strategia in accordo con la Spagna del socialista José Luis Zapatero, creando così il presupposto per ottenere l'appoggio bipartisan del centrosinistra italiano.
Berlusconi considera fondamentale nella costruzione dell'Europa garantire «pari dignità» anche alle lingue meno parlate e pretende dall'Ue «il rispetto della loro dignità linguistica e culturale». Aggiunge che «occorre contrastare la prassi avviata dalla Commissione europea di discostarsi in modo crescente da tali principi, introducendo l'ambigua nozione di "lingue di lavoro" o "di procedura" con l'effetto di creare una gerarchia tra lingue a vantaggio di inglese, francese e tedesco». In pratica l'Italia ribadisce che la prassi dell'istituzione guidata dal portoghese José Manuel Barroso non è prevista dai Trattati (che mettono sullo stesso piano tutte le lingue dell'Ue), come aveva rivelato il Corriere informando sui danni politici, economici e culturali provocati dalle penalizzazioni dell'italiano a Bruxelles.
Il premier chiede di opporsi all'azione della Commissione a favore del trilinguismo con «il costante monitoraggio del regime applicato agli incontri in ambito Ue» e con «l'impugnazione davanti alla Corte di Giustizia di specifici atti della Commissione». Esorta i suoi ministri a controllare che «i comportamenti delle rispettive Amministrazioni siano pienamente coerenti con tale strategia». Li invita a non trascurare le riunioni informali dei ministri dei 27 Stati membri, che si tengono nel Paese della presidenza di turno dell'Ue, «per le quali si dovrà vigilare che venga garantito l'interpretariato attivo e passivo per l'italiano, fino a contemplare la concreta possibilità di non partecipare alla riunione nel caso che tale soluzione non venga garantita o qualora vengano utilizzati regimi linguistici ristretti discriminatori per l'italiano». Ai ministri e ai dirigenti dei dicasteri chiede anche di «evitare di partecipare a discussioni o votazioni ogni volta non si disponga dei documenti di lavoro nella nostra lingua».
Berlusconi ha assegnato al ministro degli Esteri, Franco Frattini, la guida sul campo della «battaglia a difesa dell'italiano». Ma il primo a trovarsi in sintonia è risultato il nuovo membro della Commissione, Antonio Tajani del Pdl, vice-presidente e responsabile Ue per i Trasporti, che ha imposto l'italiano come lingua di lavoro del suo gabinetto di Bruxelles. E ha chiesto di sostituire la sua auto di servizio tedesca con una italiana.

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