lunedì 2 agosto 2010

TAGLI ALLA DANTE ALIGHIERI IMPOSTI DALLA MANOVRA

I TAGLI ALLA DANTE ALIGHIERI IMPOSTI DALLA MANOVRA – LA FARNESINA SA QUANTO VALE LA SUA AZIONE: IL SOTTOSEGRETARIO MANTICA RISPONDE ALL’ON. NARDUCCI (PD)/ LA REPLICA: IL GOVERNO PREDICA BENE E RAZZOLA MALE

ROMA\ aise\ 30 luglio 2010 - I tagli del 50% alle risorse della Società Dante Alighieri sono imposti dalla manovra economica che li prevede per tutti gli enti culturali destinatari di contributi annuali. È toccato al sottosegretario Alfredo Mantica rispondere ieri in Commissione esteri alla interrogazione presentata dall’onorevole Franco Narducci che nei giorni scorsi aveva raccolto il grido d’allarme del segretario generale della Dante, Masi, circa le dotazioni finanziarie della Società (vedi Aise del 26 luglio h.19.42).
Mantica ha ricordato che ad essere "ritoccato" è stato il capitolo 1163 del Ministero degli Esteri riguardante i contributi ad enti tra cui la Società Dante Alighieri. "A fronte di questa riduzione del 50% sul capitolo, il Ministero degli Affari Esteri ha emanato lo scorso 30 giugno un decreto di ripartizione annuale dello stanziamento di contributi ispirato al criterio della distribuzione lineare del taglio imposto. La manovra stabiliva infatti che tale decreto dovesse essere emanato entro 60 giorni. Tale decreto annuale – ha specificato il sottosegretario – ha assegnato alla Società Dante Alighieri un contributo di 600 mila euro, pari per le ragioni esposte alla metà dell'anno procedente (1.258.000 euro). Medesima riduzione del 50% hanno subito anche gli altri enti destinatari di contributi annuali".
"Tale criterio di distribuzione lineare – ha proseguito Mantica – si rifletterà anche sugli stanziamenti del Ministero degli Affari Esteri, sempre a valere sul capitolo 1163, a favore degli Enti internazionalistici di cui alla legge 948 del 1982, la cui individuazione è in corso di finalizzazione per il successivo parere delle Commissioni Esteri del Parlamento. È evidente che siamo in presenza di un taglio che la Farnesina ha dovuto effettuare sulla base di un vincolo dettato da necessità di finanza pubblica. Si tratta pertanto – ha commentato il sottosegretario – di una riduzione molto dolorosa per il Ministero degli Affari Esteri che ben conosce l'opera meritoria svolta dalla Società Dante Alighieri nel mondo e il suo ruolo fondamentale nella promozione della nostra cultura all'estero".
"Nel caso vi fossero margini per un'inversione di tendenza nella dotazione sul capitolo 1163, e si potesse quindi intervenire per reintegrare, sia pure parzialmente, le assegnazioni di contributi, la Società Dante Alighieri – ha assicurato Mantica – sarebbe ovviamente in prima linea tra gli enti beneficiari di una tale misura. Per completezza d'informazione, vorrei aggiungere che alcuni Comitati affiliati alla Società Dante Alighieri organizzano attività educative per i connazionali all'estero ai sensi del Decreto legge 297 del 1994 e in questo contesto ricevono, in qualità di enti gestori di corsi di lingua e cultura italiana, contributi a valere sul capitolo 3153 del Ministero degli Affari Esteri di competenza della Direzione Generale per gli Italiani all'Estero. Nel 2010 – ha concluso – a 46 Enti gestori affiliati alla Società Dante Alighieri sono stati assegnati contributi per circa 1,5 milioni di euro".
Nel replicare al sottosegretario, Narducci lo ha prima "ringraziato per la sincerità delle parole usate che confermano il suo costante impegno", ma ha pure sottolineato una certa discrepanza tra "il dire e il fare": "il Governo persevera nella politica degli annunci regolarmente smentiti dai fatti. Infatti, mentre il Ministro Frattini afferma ad ogni piè sospinto l’importanza della nostra lingua e del nostro patrimonio culturale, anche nella recentissima Conferenza degli Ambasciatori, per l’affermazione del made in Italy, e quindi per sostenere e accompagnare il nostro sistema di imprese, il Governo di cui fa parte ha ridotto al lumicino le risorse finanziarie destinate al raggiungimento di tali obiettivi. Per giunta – ha sottolineato il deputato – andando controcorrente rispetto ai Paesi che competono direttamente con l’Italia sui mercati mondiali come la Francia e la Germania, che pur avendo varato manovre giudicate dallo stesso Governo italiano "ben più pesanti della nostra" non hanno certamente ridotto le risorse per la promozione della propria lingua. Le lacrime di coccodrillo del Governo non incantano – ha sostenuto Narducci – poiché non si vede traccia di quella "diplomazia culturale" che l’Italia – Paese di grandi tradizioni culturali e con una grande civiltà alle spalle – dovrebbe mettere in campo. E poi, come si fa - ha proseguito il deputato eletto all’estero - a sostenere l’uso della nostra lingua nelle istituzioni comunitarie (una battaglia che tra l’altro la Dante sta conducendo con altrettanto vigore), chiedendo agli altri di mantenere l’uso dell’italiano quando il nostro Governo non ha niente in più per promuoverlo, anzi fa di tutto per far chiudere quelle esperienze vitali di promozione della nostra lingua, determinando una situazione come quella della Dante Alighieri, fortemente penalizzata con un colo inferto a luglio allorché i 7/12 del bilancio sono stati già spesi? Va sottolineata, in ogni caso, anche la "distrazione" del Ministero, riteniamo in buona fede, che si presume non abbia compreso in tempo l’effetto dell’articolo 7 comma 24 del summenzionato decreto, introdotto dopo le forti proteste del Min. Bondi per i tagli agli Enti finanziati dal suo bilancio. Qualcuno alla Farnesina – ha concluso Narducci – avrebbe dovuto drizzare le orecchie!". (aise)

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