martedì 20 dicembre 2011

DIRETTORI DI CHIARA FAMA NEGLI IIC:

ROMA, Aise, martedì 20 Dicembre 2011 "Quali iniziative, anche normative, nelle opportune sedi di competenza il Governo intende assumere affinché gli
Istituti italiani di cultura non siano il ricettacolo di una blasonata quanto paludata parentopoli culturale ma possano
garantire ai cittadini criteri di competenza e professionalità nella scelta del personale?". Non usa giri di parole il senatore
Elio Lannutti (Idv) che, sulla scia di quanto denunciato dal quotidiano "Il fatto quotidiano", ha presentato una
interrogazione al Ministro degli Esteri Giulio Terzi per sapere come vengono nominati i direttori di chiara fama degli
Istituti Italiani di Cultura.
"Su un articolo pubblicato su "Il fatto quotidiano" l'11 dicembre 2011 – scrive il senatore nella premessa – si legge che la
legge n. 401 del 1990 permette nomine, da parte dei politici di turno, di dieci "personalità di chiara fama" in dieci tra le
più prestigiose capitali del mondo. Le nomine sono biennali, rinnovabili per una volta; vi si legge ancora: "nel sottobosco
di nomine per "chiara fama" agli Istituti italiani di cultura si trova di tutto ma soprattutto amici, ex coniugi e parenti dei
potenti. L'ex ministro Franco Frattini prima di lasciare il suo incarico ha messo a posto i propri collaboratori. Capolavoro
a Parigi, dove lo scranno da 15mila euro al mese passa dal fratello di Giuliano Ferrara (Giorgio) a Marina Valensise, già
giornalista del Foglio di Ferrara e corrispondente per Canale 5 da Parigi e (se non bastasse) anche sorella
dell'ambasciatore a Berlino Michele Valensise. Quello che scorre tra il ministero degli Affari Esteri e le 352 sedi
diplomatico-culturali all'estero è un fiume di denaro pubblico enorme, nel quale è difficile fare ordine e che ben si presta
a celare privilegi concessi dalla politica con meccanismi clientelari e designazioni parentali. In particolare gli Istituti
italiani di cultura (IIC) sono sempre stati il ricettacolo di una blasonata quanto paludata "parentopoli culturale". La
nomina per via politica dei direttori è alla luce del sole, legalizzata grazie alla legge 401 del 1990 (art. 14 comma 6) che
permette al potente di turno di collocare ben dieci "personalità di chiara fama" nelle dieci più prestigiose capitali del
pianeta. Le nomine sono biennali e rinnovabili per una volta. "La parentopoli è da lungo presente al ministero degli
Affari Esteri sia per soddisfare esigenze interne, non meno di quelle esterne, e ha assunto una rilevanza i cui effetti non si
sono esauriti, talora contrassegnati da decisioni bipartisan, un criterio che il ministro Frattini non ha mai rinnegato, non
senza dare notevoli opportunità al personale diplomatico di occupare, specie in Europa, posti di prestigio in ambito UE",
spiega un funzionario ministeriale dietro garanzia di anonimato. Sta per essere perfezionata quella all'Istituto di Bruxelles
di Federiga Bindi, che nulla ha a che fare con l'onorevole Rosy ma era collaboratrice diretta del ministro Frattini. A
Londra primeggia da tempo una "esperta" di visual art ed un direttore di chiara fama mondiale, tal Carlo Presenti
collocato nella capitale britannica a 16.500 euro al mese netti e del quale si ricorderanno le chiusure di biblioteche e di
aule per l'insegnamento dell'Italiano (ci fu un articolo dell'Espresso in proposito). L'esperta di arti visuali, Rossanna
Pittelli è la sorella dell'onorevole Giancarlo Pittelli (Pdl), indagato nell'inchiesta Poseidone da De Magistris, poi
prosciolto per essere riportato a giudizio a Salerno dove l'ex pm lo ha denunciato per presunti tentativi di sottrargli le
inchieste di Catanzaro. "Da queste parti è nota per le sue assenze dal posto di lavoro e per consulenze. Viaggia sui 10mila
euro al mese", dice la fonte diplomatica. A New York offre le sue prestazioni quale "esperta di questioni culturali" la exmoglie
dell'ex ministro Bondi, Gabriella Podestà, per la modica cifra di 15mila dollari al mese. Si parla invece molto
bene del direttore Riccardo Viale, anche se non sfugge il fatto che presieda la Fondazione Rosselli, che annovera tra i
soci fondatori e coordinatori fior di politici, tra i quali i due Giuliano, Amato e Urbani. E ancora la politica ha portato a
Mosca Angela Carpifave, amica personale dell'ex presidente del Consiglio Berlusconi. Un approdo non proprio felice
visto che a 8 mesi dall'insediamento (come raccontava Repubblica nell'ottobre 2004), gli intellettuali russi inviarono un
accorato appello allo stesso Berlusconi per la sostituzione a favore di un candidato capace di relazionarsi con il governo
locale. A breve scadranno le nomine per Tokyo e Pechino. Sono state inoltre registrate assegnazioni clientelari a
Zagabria, in Brasile , in Argentina, a Tokyo e Kyoto, alcune delle quali hanno dato luogo a conflitti con il personale di
ruolo, sfociati in ricorsi che hanno, temporaneamente, immobilizzato l'attività degli stessi Istituti e colpito l'immagine
dell'Italia, con ripercussioni sfavorevoli nei circoli culturali dei paesi di accoglimento interessati alla produzione letteraria
nazionale da destinare alle traduzioni linguistiche. Non sono mancate le ingerenze del ministero della Pubblica Istruzione
nel settore delle scuole italiane all'estero e la pretesa di funzionari di quel Gabinetto del ministro di chiedere la
destinazione all'estero di propri congiunti, come è avvenuto recentemente per Madrid, ove si è provveduto ad assegnare
una dirigente scolastica, senza possedere un'adeguata conoscenza dello spagnolo. "La signora si chiama Fechi ed è la
moglie di uno stretto collaboratore dell'ex ministro Gelmini Murano", racconta il funzionario. L'anomalia ha sollevato
riserve da parte delle autorità spagnole". Nell'articolo si legge anche di un'interrogazione parlamentare presentata per
sapere "come fosse possibile che venisse nominato in un istituto italiano all'estero qualcuno che non conosce neppure la
lingua del paese di destinazione. "La risposta [...] è stata a dir poco evasiva, ma la persona in questione è stata richiamata
ai ruoli metropolitani, non senza dare un segnale negativo alle stesse autorità e comportando oneri non trascurabili a
carico dell'erario nazionale"".
Alla fine di questa lunga premessa – che di fatto riporta l'intero testo dell'articolo – Lannutti chiede di sapere "se risulti
corrispondente al vero che, tra il Ministero in indirizzo e le oltre 350 sedi diplomatico-culturali ubicate all'estero, c'è un
sostanzioso flusso di denaro pubblico, molto caotico e poco controllabile, meccanismo perfetto per celare privilegi
politici, meccanismi clientelari e nomine di parenti; se risulti vero che i direttori degli Istituti italiani di cultura vengono
nominati sulla base di una serie di scambi di favori e amicizie, senza che i candidati abbiano particolari meriti, anche se
la legge n. 401 del 1990, art. 14, comma 6, parla esplicitamente di "persone di prestigio culturale ed elevata
competenza"" e, infine, "quali iniziative, anche normative, nelle opportune sedi di competenza il Governo intenda
assumere affinché gli Istituti italiani di cultura non siano il ricettacolo di una blasonata quanto paludata parentopoli culturale ma possano garantire ai cittadini criteri di competenza e professionalità nella scelta del personale". (aise)