venerdì 17 febbraio 2012

DIRETTORI DI CHIARA FAMA PER GLI IIC: DI PIETRO (IDV) INTERROGA TERZI E ORNAGHI

ROMA\ aise\ 15 febbraio 2012 - "Adottare, nei confronti dei dieci direttori di "chiara fama", tutte le misure necessarie al fine di eliminare ogni elemento ostativo relativo all'età, affinché si possa mettere, a costo zero, "la persona giusta al posto giusto" dando spazio alla provata professionalità e dedizione di coloro che per anni hanno contribuito ad elevare il prestigio culturale del nostro Paese".

È quanto sostiene il deputato e leader di Idv Antonio Di Pietro nell’interrogazione ai Ministri degli esteri e per i beni culturali, Terzi ed Ornaghi.

"Il comma 6 dell'articolo 14 della legge n. 401 del 1990 – ricorda Di Pietro nella premessa – ha previsto che la funzione di direttore, per gli Istituti Italiani di cultura all'estero, può essere conferita a "persone di prestigio culturale ed elevata competenza anche in relazione alla organizzazione della promozione culturale, con le procedure di cui all'articolo 168 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, e successive modificazioni"; l'articolo 168 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18 sancisce che: "qualora per speciali esigenze anche di carattere tecnico o linguistico non possa farsi ricorso per incarichi presso uffici all'estero ad esperti tratti dal personale dello Stato e da Enti pubblici, l'Amministrazione degli affari esteri può utilizzare in via eccezionale e fino ad un massimo di dieci unità, persone estranee alla pubblica Amministrazione purché di notoria qualificazione nelle materie connesse con le funzioni del posto che esse sono destinate a ricoprire. Le persone predette devono essere in possesso della cittadinanza italiana, in età compresa tra i trentacinque e i sessantacinque anni e godere di costituzione fisica idonea ad affrontare il clima della sede cui sono destinate"; l'età anagrafica, così come avviene per la figura del senatore a vita, non può e non deve costituire un ostacolo insormontabile al ricorso, da parte dello Stato, a personalità che hanno acquisito negli anni una indiscussa professionalità e che hanno reso onore al nostro Paese".

"La nostra società, dalla pubblicazione del sopracitato decreto del Presidente della Repubblica, è stata interessata non solo da un considerevole innalzamento della durata media della vita, ma anche da un marcato miglioramento della qualità della vita stessa anche in età avanzata; la promozione della cultura italiana nel mondo – sottolinea Di Pietro – rappresenta, nel Terzo Millennio, un settore assolutamente strategico sotto tutti i profili; gli Istituti Italiani di Cultura all'estero sono, all'80 per cento dei casi, retti da addetti con scarsa esperienza, mentre la maggior parte dei Direttori è in quiescenza".

Posto che "il livello qualitativo dell'offerta culturale degli Istituti all'estero si è abbassato notevolmente", Di Pietro chiede ai ministri "se non si ritenga opportuno adottare, nei confronti dei dieci direttori di "chiara fama", tutte le misure necessarie al fine di eliminare ogni elemento ostativo relativo all'età, affinché si possa mettere, a costo zero, "la persona giusta al posto giusto" dando spazio alla provata professionalità e dedizione di coloro che per anni hanno contribuito ad elevare il prestigio culturale del nostro Paese". (aise)

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